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Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca

Caso Meredith a Firenze, parte il processo e la Corte autorizza perizia su arma delitto

I magistrati, stavolta Toscani, cercano finalmente di dare un volto o più volti alle persone che hanno tolto la vita alla giovane studentessa inglese uccisa a Perugia nella notte tra l'1 e il 2 novembre 2007. Assenti Amanda e Raffaele. L'ex accusato Lumumba spara a zero sulla studentessa di Seattle

Si apre oggi - 30 settembre - a Firenze il nuovo processo d'appello a Raffaele Sollecito e Amanda Knox per l'omicidio di Meredith Kercher, la giovane studentessa inglese uccisa a Perugia nella notte tra l'1 e il 2 novembre 2007. La Corte di Cassazione ha infatti annullato la sentenza di assoluzione pronunciata dalla Corte di Assise di Appello di Perugia. Amanda Knox ha fatto sapere che non sarà in aula, mentre è annunciata la presenza di Sollecito.

IL PRIMO ATTACCO - Non c'è Raffaele e Amanda - entrambi negli Stati Uniti - ma c'è  Patrick Lumumba spedito in carcere da Amanda Knox con l'accusa di essere l'assassino di Meredith Kercher. Una grave calunnia culminata per la quale l'ex commerciante ha chiesto ed ottenuto un primo risarcimento. "Amanda Knox mi ha calunniato - ha spiegato ai cronisti a Firenze - perché lei sa di essere colpevole. Voleva scappare, non essere punita. Ha voluto depistare le indagini. La Corte d'Appello le ha dato la possibilità di scappare. La povera Meredith merita la giustizia e quindi è normale essere qua". 

La difesa di Patrick Lumumba ha chiesto l'ammissione come parte civile alla ripetizione del processo di appello per l'omicidio di Meredith Kercher. Richiesta accettata dai giudici: "non può essere esclusa anche in virtù del fatto che non è stato quantificato il risarcimento del danno".

FAMIGLIA KERCHER - "Vogliamo disperatamente scoprire la verità e trovare giustizia per Meredith, che ci è stata portata via così brutalmente". E' quanto scritto in una lettera a firma Stephanie Kercher (sorella di Meredith) e famiglia inviata attraverso il loro legale, l'avvocato Francesco Maresca, al presidente della Corte d'assise d'appello di Firenze dove è in corso il nuovo processo sull'omicidio della studentessa inglese. La famiglia Kercher spiega che non può venire in Italia per l'inizio del processo per motivi di salute. 

"Niente ci riporterà la nostra bella Meredith - è scritto nella lettera - e noi la terremo sempre nei nostri cuori e nella nostra memoria, ma abbiamo bisogno di sapere che cosa accadde e lei si merita, perlomeno, la dignità della verita". "L'unico modo - concludono i familiari di Meredith - in cui il nostro dolore e la nostra sofferenza possano appena iniziare ad essere alleviati e' di ottenere una più chiara comprensione dei tragici eventi dell'1 novembre 2007".

SARA' BATTAGLIA DI PERITI ANCHE STAVOLTA - Sarà ancora una volta una battaglia tra periti di parte e della Procura. Infatti sia le difese di Amanda Knox che di Raffaele Sollecito hanno chiesto nuove perizie sul coltello considerato l'arma del delitto - trovato in casa del ragazzo pugliese - e sul gancetto del reggiseno di Meredith che la difesa fu contaminato in sede di laboratorio della scientifica. Nuova perizia che è stata salutata positivamente anche dalsostituto procuratore generale di Firenze, Alessandro Crini, ha chiesto, così come suggerito dalla Corte di Cassazione, che venga analizzata la terza traccia di Dna trovata sul coltello.

Il difensore di Sollecito, l'avvocato Giulia Bongiorno, ha chiesto che la Corte ''si concentri solo su prova affidabili e non sulle congetture, su quelle cioe' che sono molto condizionate dal fatto che si tratta di un processo mediatico''.  Gli accertamenti scientifici chiesti dalla difesa di Sollecito mirano ad approfondire lo stato della scena del delitto. "Com'è possibile - ha chiesto l'avvocato Bongiorno - trovare enormi quantita' di tracce di Guede e non una traccia di Amanda. Com'è possibile che l'unica traccia di Raffaele, che noi naturalmente contestiamo, sia solo sul gancetto". 

La Corte d'assise d'appello di Firenze ha ordinato la perizia genetica sul coltello sequestrato a Raffaele Sollecito, ritenuto dall'accusa essere l'arma utilizzata per uccidere Meredith Kercher. Sarà inoltre ascoltato nuovamente come testimone il pentito Luciano Aviello, mentre la corte ha respinto la questione di costituzionalita'.

SOLLECITO DALL'ESTERO TORNA A PARLARE - E' rimasto "soddisfatto" per l'esito della prima udienza dell'appello bis a Firenze, Raffaele Sollecito, accusato dell'omicidio di Meredith Kercher, insieme ad Amanda Knox. Lo ha detto a uno dei suoi difensori, l'avvocato Giulia Bongiorno, che lo ha contattato al termine del procedimento. In particolare Sollecito è rimasto soddisfatto per la nuova
perizia disposta sul coltello, ritenuto l'arma del delitto.

MONITO DELLA FAMIGLIA MEREDITH AD AMANDA KNOX - La famiglia di Meredith, intanto, ha chiesto ad Amanda di non recarsi sulla tomba della giovane studentessa uccisa. In un appello diffuso alla vigilia del nuovo processo, la famiglia Kercher ha espresso la propria contrarietà a un'eventuale visita della studentessa di Seattle, che ha espresso tale desiderio nella stessa intervista in cui ha annunciato che non sarà in aula.

"Alla sua famiglia ci sono voluti quasi cinque anni per iniziare a sentirsi pronta a lasciar riposare Mez ed è ancora oggi molto doloroso - si legge nell'appello, pubblicato oggi dal Guardian - tuttavia, oggi lei ha un posto vicino a noi che noi e i suoi amici possiamo visitare per portare fiori e trascorrere del tempo.... la sua tomba è oggi il suo luogo sicuro per riposare in pace e stare con noi e noi speriamo che sia rispettato da tutti".

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