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Cronaca

Fece picchiare e minacciò l'ex compagno: nei guai la figlia di un imprenditore perugino

A finire in mezzo alla vicenda, anche, il figlio e la madre di lei. Oggi l'ennesima udienza davanti al giudice Cataldo

Una storia torbida. Tutta da chiarire e che ha per protagonista una donna ricca e di figlia di importanti imprenditori perugini. La vicenda ha inizio quando il nuovo compagno decide di lasciarla a causa dei suoi continui sbalzi d'umore e del constante uso di stupefacenti. Una decisione che non viene accettata di buon grado dall'ex fidanzata. La donna decide di mettere in atto la “tecnica della persecuzione” con la speranza di riuscire a riconquistarlo. Niente di più sbagliato, dato che lui si allontana sempre di più rimanendo irremovibile nella sua decisione. La rabbia prende il sopravvento ed è in una comunità che l'imputata conosce chi, a suo dire, potrebbe aiutarla: un tossicodipendente dalle tendenze criminali.

Ma la vicenda non finisce qui, perché a finirci di mezzi, in base agli atti dell'accusa sarebbero il figlio e la madre di lei. Il primo sarebbe colpevole di aver mandato messaggi minacciosi, mentre la madre di aver terrorizzato i figli dell'ex compagno della donna. Insomma, una vicenda assurda e dai contorni grotteschi, perfetta per una trama noir, se non fosse che la vicenda è ovviamente finita in tribunale con tanto di pesanti capi d'imputazione per i quattro coinvolti.

Ma ripartiamo dall'inizio. E cioè dal tossicodipendente con tendenze criminali che, secondo accusa e difesa, avrebbe pestato la povera vittima di questa ingarbugliatissima vicenda. Stando al capo d'imputazione, l'uomo avrebbe agito in due situazioni diverse, ma è in una particolare che avrebbe riempito di pugni l'uomo mentre la donna “sedotta e abbandonata”, così lei si è sempre sentita, gridava di ucciderlo. Ma tutto questo nessuno potrà mai saperlo con certezza, dato che il mandante è morto prematuramente.

Dai messaggi emerge comunque che la donna effettivamente qualcosa di anomalo nei messaggi l scrisse: “ti faccio pestare a morte, dovrai morire, sparisci da Perugia che è meglio per te, ti faccio ammazzare, bastardo, figlio di puttana”. E ancora: “Lurida merda, appena ti prendo ti scasso come una mela solo che poi ci piscio dentro alla tua testa di merda schifoso del cazzo, ti mangio, non so se mi spiego, volendo con i criminali ci ragiono, tu sei un povero fallito e coglione, l’unico problema co me è che appena ti ho davanti ti smembro e non sarà difficile, io sono il doppio di te, oltre al fatto che con te basta la puzza delle mie ascelle e ti cappotto, mi hai rotto il cazzo e come ti prendo ti smembro, ti è chiaro il concetto brutta merda?”.

Oggi l'ennesima udienza davanti al giudice Cataldo, rinviata però al prossimo 4 luglio per sentire l'ultimo testimoni e passare direttamente alle discussione. La vittima, difesa dall'avvocato Luca Gentili, si è costituita parte civili, mentre gli imputati difesi dal legale Francesco Falcinelli si sono sempre proclamati innocenti.


 

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