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Cronaca

Inchiesta Sanità, a processo l'ex segretario Dem Gianpiero Bocci: Regione Umbria è parte civile

“Rispetto per le Istituzioni. Io, come qualunque cittadino, non scappo dalla giustizia”. Bocci non si sottrae al confronto con i giornalisti prima di entrare nelle aule di giustizia del tribunale di via XIV Settembre

“Rispetto per le Istituzioni. Io, come qualunque cittadino, non scappo dalla giustizia”. Gianpiero Bocci, ex segretario Dem, già sottosegretario dell’Interno, non si sottrae al confronto con i giornalisti prima di entrare nelle aule di giustizia del tribunale di via XIV Settembre dove oggi si è celebrata la prima udienza del processo che lo vede imputato. “Non mi difendo dal processo, mi difendo nel processo”, sono state le parole di Bocci, finito nel mirino della magistratura per i presunti concorsi pilotati all’ospedale di Perugia.

 L’inchiesta -coordinata dai pm Paolo Abbritti e Mario Formisano – era deflagrata nell’aprile scorso con le ordinanze di misura cautelare agli arresti domiciliari per l’ex sottosegretario, per Emilio Duca (ex dg dell’ospedale) e per l’ex assessore regionale, Luca Barberini. Tra gli indagati “eccellenti”, anche la ex presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini.

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Oggi, però, Gianpiero Bocci è finito a processo – a seguito della citazione diretta a giudizio – per il presunto reato di rivelazione del segreto d’ufficio nell’ambito dei concorsi. Il processo, dinanzi al primo collegio (presidente Carla Giangamboni, a latere Cavedoni e Ciliberto) è iniziato subito con l’eccezione di genericità del capo d’imputazione avanzata dalla difesa (avvocati Alessandro Diddi e David Brunelli), rigettata dai giudici dopo una breve camera di consiglio.

La Regione Umbria è stata ammessa parte civile nel processo a carico di Bocci così come era stato già annunciato dalla stessa presidente Donatella Tesei appena insediatasi dopo l’elezione regionale di ottobre. Il primo atto della nuova giunta regionale era stata la costituzione della Regione come parte civile nei processi legati all’inchiesta di concorsopoli e l’esecutivo, su proposta della stessa presidente, aveva deliberato la costituzione della Regione Umbria come parte civile nei confronti di tutti gli imputati nel procedimento penale riguardante presunti reati in materia di sanità.

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La difesa dell’imputato nel sollevare l’eccezione di nullità per la costituzione della Regione, ha spiegato dinanzi al Collegio che “l’unica persona offesa in relazione al capo d’imputazione formulato dai pm, può risultare solo l’Azienda ospedaliera” in quanto connotata “da un proprio bilancio e da una sua soggettività giuridica”.

La costituzione di parte civile della Regione – avvocato Anna Rita Gobbo – è stata avanzata per “il danno d'immagine" arrecato all'Ente. "Le azioni descritte nei capi d'imputazione hanno prodotto una perdita di prestigio dell'amministrazione con discredito sul senso di imparzialità e sul corretto operare degli uffici, nonchè hanno generato il timore di favoritismi e di pratiche scorrette nei concorsi pubblici".  Ammessa la costituzione di parte civile anche "Cittadinanza Attiva regione Umbria" tramite l'avvocato Alessandra Bircolotti e "Unione Nazionale Consumatori Umbria" con l'avvocato Sara Pievaioli.

I sostituti procuratori Formisano e Abbritti hanno depositato una lista testi (investigatori e tecnici) per la fase dibattimentale, chiedendo anche l'acquisizione peritale delle intercettazioni telefoniche, ambientali e informatiche (ottenute tramite clonazione del cellulare degli indagati), oltre ad una serie di documenti digitali, informatici e cartacei che riguardano le attività d'indagine. E' stato chiesto anche l'esame dell'imputato.

Le difese hanno anticipato una lunga e complessa questione che riguarda le intercettazioni, in quanto al momento delle stesse Bocci era parlamentare e, quindi, non poteva essere intercettato (come prevede l'articolo 68 della Costituzione) senza autorizzazioni da parte del Parlamento. Altra questione riguarda i tabulati che si riferiscono alle telefonate intercorse tra Bocci e gli altri indagati, anche in questo caso sarebbero finite nel fascicolo dei pm senza che l'ex parlamentare fosse indagato. Da chiarire se sono, quindi, utilizzabili. Stesso discorso per altre intercettazioni per le quali non ci sarebbero i decreti autorizzativi, ma su questo i pm hanno assicurato che produrranno quanto prima i documenti. Ultima nota da parte delle difese: il cellulare di Bocci è stato tracciato con il gps, ma questi dati non sono mai stati mostrati alla difesa. "Che ne volete fare?" ha chiesto l'avvocato Diddi.

Il presidente del collegio ha così deciso di riservarsi sulle acquisizioni documentarie e rinviare l'udienza al 4 marzo del 2020 e in quella sede si procederà all'analisi delle questioni rimaste in sospeso.

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