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Cronaca

"Ecco come ti clono il pin del bancomat e ti svuoto il conto": la super banda finisce a processo

Una maxi organizzazione che si muoveva in tutta Italia, dove - insieme alla Bulgaria - aveva la sua base operativa. Oltre 60 imputati, chi non ha patteggiato è stato rinviato a giudizio. Ma il processo inizierà tra tre anni

Dall’Italia alla Bulgaria, dall’Umbria all’Abruzzo. Una associazione transnazionale con ramificazioni logistiche e operative in numerosi Paesi europei ed extraeuropei, con lo scopo di danneggiare il sistema informatico degli istituti di credito. E questo, attraverso lo stesso modus operandi: attraverso la produzione, l’installazione e la gestione illecita di apparecchiature “Skimmer”, utilizzate per la captazione dei codici delle carte di credito e di pagamento.

Ma i 65 imputati finiti alla sbarra, devono anche rispondere – a vario titolo – del trasferimento di questi codici, creazione di carte contraffate, introduzione fraudolenta in sistemi informatici nelle banche al fine – si legge nelle carte – di procurarsi il profitto derivante da prelievi e pagamenti commessi nei vari paesi. Oggi, in fase di udienza preliminare, il giudice D'Andria ha disposto per gli imputati che hanno scelto di essere giudicati con rito ordinario (molti hanno patteggiato) il rinvio a giudizio, ma il processo per loro inizierà a settembre del 2020. Ovvero dieci anni dopo dai fatti contestati. Gli avvocati difensori del foro di Perugia sono, fra gli altri, Alessandro Ciglioni e Luca Brufani. 

Il fascicolo, trasferito a Perugia per competenza territoriale, vede all'interno della organizzazione colui che, secondo le indagini, avrebbe ricoperto il ruolo di vertice e promotore della maxi organizzazione criminale. Un cittadino di origini bulgare, capo dei vari uomini operanti in Italia e principalmente sul versante adriatico. "La sua figura si caratterizza per la peculiarità di organizzatore e direttore degli eventi dilettuosi, trattandosi di membro di riferimento degli altri affiliati". Inoltre, secondo l'Accusa, promotore e organizzatore dell'associazione a delinquere in quanto in grado di reperire i "plastici" (carte di credito clonate) ed apparecchiature microchip dalla Bulgaria, organizzava i partecipanti per la captazione dei codici delle carte di credito e relativi codici Pin in varie località del territorio italiano, da apporre successivamente su altre carte bianche. 

Attrarverso l'installazione degli "Skimmer" sui sportelli Atm, gli affiliati riuscivano così a rubare il codice degli ignari malcapitati. Nel novembre del 2010 anche Perugia fu bersaglio di questo "gioco criminale": su un paio di banche furono installati tali Skimmer atti ad intercettare comunicazioni relative ad un sistema informatico e, nello specifico, tese a carpire i codici di bancomat e carte di credito presso gli sportelli Atm e bancomat degli istituti di credito in via Oberdan e Piazza Partigiani.

Dopo una lunga e complessa indagine si riuscì a sgretolare la matassa e a risalire al clan, oggi a processo. Ma per loro le porte del dibattimento si apriranno fra tre anni. Chissà quando, allora, una sentenza. 

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