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Cronaca

Droga, Boccali lancia sfida: "Saremo parte civile nei processi"

Il sindaco chiede maggiore sforzo di controllo da parte delle forze dell'ordine e dei cittadini stessi, poi conferma la richiesta del Comune di essere parte civile nei processi per spaccio per danno di immagine alla città

A meno di 48 ore dalla trasmissione televisiva nazionale che ha di fatto mostrato con quale facilità a Perugia si compra e si vende droga (in particolare eroina) tanto da farne un centro interregionale con il record di overdose, il sindaco Wladimiro Boccali rilancia di nuovo, con i pochi mezzi a disposizione da amministratore, la sfida alla droga e ai super-trafficanti. “Grazie ad un pool di avvocati della città – ha spiegato Boccali questa mattina in una conferenza stampa – abbiamo da tempo avviato un progetto per costituirci, come città, parte civile in tutti quei processi di droga che hanno rilevanza nazionale. Parti civili perché questi traffici creano un danno di immagine gravissimo al capoluogo, ai cittadini, alle sue istituzioni e persino a livello turistico e commerciale”. 

La formula è quella che per primi in Italia, proprio Perugia, ha adottato per arginare il mercato delle schiave del sesso. In quel frangente le diverse Corti del Tribunale di Perugia accettarono la costituzione di parte civile dal Comune che ottenne vari risarcimenti rinvestiti soprattutto per il sociale e per il rilancio della città.
 
La lotta legale allo spaccio internazionale partirà la prossima settimana in occasione di un processo che vede alla sbarra una banda di albanesi che dal Belgio importavano a Perugia quantitativi impressionanti di cocaina e non solo. Il pool di avvocati che collaborerà con il Comune – in forma gratuita….fatta eccezione per le piccole spese tecniche – è formato dagli avvocato Giacomo Leonelli – attuale tra l’altro presidente del consiglio provinciale -, Caruso, Stafficci e Falci. I legali sono convinti di poter ottenere dal Tribunale la costituzione di parte civile: “Il Comune è considerato il portatore degli interessi della comunità, quindi legittimato a rappresentarla anche nelle aule di un tribunale in processi contro reati come lo spaccio. E un atto “politico”, ma nel senso più ampio di prendersi cura della “polis”, se emerge un problema, senza strumentalizzazioni né colori di parte”.
 
Il sindaco ha anche insistito sulla necessità che tutta la città si mobiliti nella lotta contro lo spaccio della droga. “Non da oggi – ha detto – chiedo che Perugia alzi un muro, che aumenti la vigilanza delle famiglie e della scuola, che gli esercizi pubblici controllino con maggiore attenzione. Sono convinto che, per la stragrande maggioranza dei casi, i perugini non siano per nulla conniventi o ambigui, e stiano dalla parte della legalità. Non vedo una connivenza diffusa (ndr: evidente il riferimento al programma Gli Intoccabili di mercoledì scorso), anche se ci sono alcuni, pochi, che dalla illegalità traggono vantaggi”. Altro punto toccato da Boccali la necessità di risolvere alcuni “buchi” della normativa, per esempio quelli che permettono a spacciatori arrestati in flagranza di reato di restare incensurati.

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