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Cronaca

Sedici anni di processo per usura e riciclaggio, prescritti i "reati spia" delle infiltrazioni criminali

Chiuso il procedimento a carico di due persone accusate di aver incamerato centinaia di migliaia di euro con l’usura di commercianti e di aver riciclato quei soldi per farli risultare puliti e legali

Sedici anni di processo, ma con poche udienze e continui rinvii per impedimenti vari e cambi di magistrati giudicanti, così le accuse di usura e riciclaggio finiscono in prescrizione.

Il processo è stato iniziato nel 2007 con le accuse di usura e riciclaggio mosse agli imputati, difesi dagli avvocati David Zaganelli e Salvatore Adorisio. I due imputati dovevano rispondere dei cosiddetti “reati spia”, quelli che anche in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario sono stati indicati come quelli che permettono di fare i collegamenti con la criminalità organizzata. Le associazioni criminali si inseriscono nel tessuto economico in questo modo: riciclando denaro e attraverso l’usura, impadronendosi di attività commerciali e aziende.

Un conto, però, è dare l’allarme, un altro avviare la macchina della giustizia e giungere a una conclusione.

L’accusa, ormai difficile da provare (come da smontare) è quella di aver incamerato centinaia di migliaia di euro con l’usura di commercianti, professionisti e cittadini che avevano bisogno di denaro per le proprie attività, e poi aver riciclato quei soldi per farli risultare puliti e legali.

Dopo 15 anni non si è riusciti ad arrivare ad una sentenza, neanche di primo grado, e il processo è stato dichiarato estinto per intervenuta prescrizione.

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