Giorno della Memoria, consegnate in Prefettura le medaglie d'onore ai deportati umbri
Presenti il presidente della Regione Catiuscia Marini, quella della Provincia Nando Mismetti, il sindaco di Perugia Andrea Romizi e i sindaci dei comuni di residenza degli insigniti. Tutti i nomi
La proiezione di un toccante filmato realizzato negli anni Novanta dagli alunni della Scuola Media G. Pascoli di Perugia con le interviste a Giuseppe Brancacci e Faustino Mommi, oggi deceduti, due militari umbri deportati nei campi di concentramento nazisti. Così il Prefetto di Perugia Antonella De Miro ha aperto, nel giorno della Memoria, la cerimonia della consegna delle medaglie d’onore ai cittadini italiani deportati ed internati nei lager nazisti e destinati dalla Germania al lavoro coatto per l’economia di guerra, alla presenza della Presidente della Regione Catiuscia Marini, del Presidente della Provincia Nando Mismetti, del Sindaco di Perugia Andrea Romizi e dei sindaci dei comuni di residenza degli insigniti, nonché di altre autorità locali, ospite una scolaresca dell’ Istituto Comprensivo Statale Leonardo da Vinci di S. Giustino.
Il Prefetto ha ricordato il grande valore simbolico della data che ricorda il giorno in cui l’Armata Rossa abbatteva i cancelli del campo di concentramento e sterminio di Auschwitz al cui ingresso, per una sorta di macabra, blasfema irrisione, campeggiava la scritta: "Arbeit macht frei". Il giorno della memoria venne istituito con legge nel 2000 per mantenere vivo il ricordo della Shoah, una tragedia immane che attraversò, unendola nel dolore, l’intera Europa, e per ricordare le centinaia di migliaia di civili e militari che furono deportati nei campi di sterminio dopo l’8 settembre 43 per lavorare per l’economia di guerra della Germania. Gli internati furono sottoposti a continue vessazioni fisiche e psicologiche per costringerli ad accettare l'arruolamento nell’esercito tedesco o in quello della Repubblica sociale italiana.
Nelle memorie dei deportati la vita in un campo di concentramento è stata come una discesa all’inferno, un luogo di dolore, di separazione crudele dagli affetti, di lotta per la sopravvivenza, un luogo di infinita umiliazione dove l’uomo è stato privato della sua dignità di uomo.
A tutti loro, a lungo dimenticati, che hanno rifiutato di combattere per la Repubblica Sociale Italiana, che con onore e dignità hanno scelto di non tradire l’Italia e non servire il nemico, la legge 296/2006 conferisce una medaglia d’onore perché “La Repubblica italiana riconosce a titolo di risarcimento soprattutto morale il sacrificio dei propri cittadini deportati ed internati nei lager nazisti nell'ultimo conflitto mondiale”.
Tra i deportati civili in Umbria 28 furono cittadini di San Giustino, presi giovedì 8 giugno 1944, giorno della Festa del Corpus Domini. Le SS affiancate dai repubblichini catturarono molti dei giovani che avevano lavorato in Umbria per un’impresa di costruzioni tedesca, la TODT, li condussero nel primissimo pomeriggio in Piazza del Municipio a San Giustino e a piedi furono condotti a San Sepolcro.
Molto sentita è stata la testimonianza di Andrea Guerrini, autore della pubblicazione “Il giorno dell’inganno” nella quale viene raccontata la deportazione dei 28 cittadini di S. Giustino, che furono rinchiusi a Mathausen in Austria, insieme all’amato nonno Fosco cittadino di San Sepolcro.
E’ l’importanza della memoria, ha sottolineato il Prefetto nel suo intervento. I ragazzi rappresentano la continuità tra passato e presente, danno significato allo sforzo di tessere la memoria, di tenere alta e vigile la nostra coscienza, perché la conoscenza del passato può aiutarci a comprendere gli errori, a creare gli anticorpi necessari affinché quanto accaduto non abbia più a ripetersi, perché il dolore vissuto possa servire a costruire un futuro al riparo dalla tragedia della guerra e della perdita della ragione. I giovani sono chiamati a costruire un nuovo mondo di pace e di progresso, avranno la responsabilità di essere cittadini consapevoli, difensori dei diritti umani, delle libertà, dovranno essere protagonisti assertori dei valori della tolleranza e del dialogo senza i quali non ci potrà mai essere al mondo vera pace.
La cerimonia è proseguita con la consegna di 28 medaglie d’onore ai superstiti ed, alla memoria, ai familiari dei deceduti, mentre sullo schermo venivano proiettate copie autentiche del foglio matricolare di ciascun militare insignito, nonché foto e altri documenti che testimoniano la deportazione.
La cerimonia è stata conclusa da una apprezzata esibizione di un quartetto di sassofoni composto dal Maestro Roberto Todini e da tre allievi del Conservatorio di Musica Francesco Morlacchi che hanno suonato le “ Due Melodie ebraiche” di Ravel, “Chiara….memoria” di Emilio Spizzichino, “ Gam Gam di Elie Botol e “ La Vita è bella” di Nicola Piovani.
Tutti i nomi dei premiati con le medaglie d’onore: Americo Gobbini, Ivo Franchi, Domenico Celeschi, Jean Sbraletta, Gino Tordoni, Corrado Landi, Adolfo Cittadini, Rinaldo Salvati, Salvatore Casagrande, Luigi Pierucci, Raffaele Vagnarelli, Filippo Antonini, Alessandro Chioccoloni, Attilio Cresta, Annibale Marnini, Enrico Martini, Angiolo Boni, Fulvio Bastianoni, Angelo Mearelli, Bernardo Meocci, Giuseppe Meocci, Giuseppe Minelli, Elio Pasqui, Guido Piccinelli, Antonio Zangarelli, Elio Belleggia, Remo Montioni, Lando Ronci, Mario Ceccarelli.