Caritas: in Umbria è allarme povertà. Anche chi ha un lavoro non riesce ad arrivare alla fine mese
La pandemia ha aggravato la situazione:i richiedenti aiuto nel 2020 sono stati 3.516, di cui 1.868 donne e 1648 uomini. Gli stranieri aiutati sono stati 1.831
Settanta mila interventi (77.014 per la precisione) di cui 4.472 per viveri, mensa e vestiario; 15.436 per l’alloggio; 11.132 per l’ascolto; 2.897 per sussidi economici; 750 per lavoro; 207 per la sanità; 52 per la scuola e 12 per servizi socio-assistenziali. Sono i numeri della povertà in Umbria così come raccolti tramie i servizi erogati dalla Caritas nelle otto diocesi umbre.
In totale i richiedenti aiuto nel 2020 sono stati 3.516, di cui 1.868 donne e 1648 uomini. Gli stranieri aiutati sono stati 1.831. Per l'Umbria l'incidenza della povertà relativa 2020 è dell'8%. Rispetto alle famiglie che vivono al di sotto della soglia di povertà nel 2020 l'Umbria si colloca sotto la media nazionale dell'10,1%.
La pandemia ha aggravato la situazione, mostrando le carenze del sistema e inasprendo le disuguaglianze. Lo confermano i dati del Rapporto con 782 nuove persone richiedenti aiuto a causa dagli effetti del Covid 19, e con una forte presenza di italiani.
Il rapporto mostra come stia cambiando la composizione dei poveri con la presenza di disoccupati (669), ma anche quella degli occupati (585), che dunque rappresentano “lavoratori poveri” quando un lavoro non adeguatamente retribuito può non preservare dalla povertà.
Informazioni di grande rilievo sono quelle riguardanti la qualità e la frequenza dei bisogni: su un totale di 7830 richieste di aiuto, l’incidenza più elevata riguarda i bisogni strettamente collegati ad una condizione di povertà, quali i sussidi economici o altre tipologie di beni o servizi (35,9%), seguiti dalla richiesta di occupazione (29,1%), dai bisogni legati alla famiglia (8,7%), alla casa (8,2%), all’immigrazione (5,5%), alla salute (4,6%).
Questa matrice dei bisogni mostra la multidimensionalità della povertà, e la conseguente necessità di una molteplicità di interventi.
Tra i problemi, si propongono quelli legati al pagamento di un affitto, per 1.771 assistiti; oppure alla presenza di figli minori conviventi per 984 richiedenti che manifesta la rilevanza che può assumere il problema della povertà minorile.
Il rapporto sulla povertà in Umbria è stato presentato da monsignor Renato Boccardo, arcivescovo di Spoleto-Norcia, presidente della Conferenza episcopale umbra, da monsignor Giuseppe Piemontese, vescovo di Terni-Narni-Amelia, Marcello Rinaldi delegato regionale della Caritas, Velia Sartoretti volontaria Caritas e da Pierluigi Grasselli, economista.
“Dietro i numeri che oggi presentiamo ci sono tante storie di vita e di sofferenza, c’è un popolo che sperimenta la fatica dell’oggi e la paura del domani – ha detto monsignor Boccardo - Solo insieme, istituzioni civili e religiose, associazioni e terzo settore, riusciremo a produrre qualcosa per introdurre nella società germi di bene che contrastino i germi del male così diffusi oggi”.
Leggi il rapporto della Caritas