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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Passignano sul Trasimeno

False guardie ambientali e posti di blocco illegali: in 17 indagati per truffa, minacce e usurpazione di funzioni

Iscritti a un'associazione di volontariato, fermavano macchine e persone per controlli che non poteva non svolgere

Minacce, truffa, usurpazione di funzioni e falsità ideologica, sono le contestazioni che la Procura di Perugia muove a 17 persone, iscritte a un’associazione di volontariato che avrebbero svolti incarichi di polizia giudiziaria in ambito ambientale e venatorio senza aver i requisiti né le autorizzazioni.

Le indagini, condotte dalla Polizia locale di Magione e da personale di vigilanza ed ispezione dei Servizio Igiene Urbana e Randagismo dell'Azienda USL Umbria l sono iniziate nel febbraio del 2020 a seguito di un sequestro di un tesserino simile a quelli in uso alle forze di polizia.

Secondo la Procura gli indagati, tutti iscritti a un’associazione di volontariato, con sede principale a Monte Santa Maria Tiberina e due sedi operative a Panicale e Passignano sul Trasimeno, riconosciuta a livello regionale anche con incarichi di protezione civile, servizi ambientali assistenza alla popolazione e ausiliari del traffico, si qualificavano, illegittimamente, come Guardie particolari Zoofile ed appartenenti di una fantomatica "Sezione Speciale di Polizia Giudiziaria", usurpando in tal modo le funzioni di polizia giudiziaria.

Sono stati accertati episodi in cui gli associati avrebbero effettuavano impropriamente l'identificazione e l'escussione di persone redigendo verbali di identificazione, elezione di domicilio e in due occasioni addirittura avrebbero inoltrato comunicazioni di notizie di reato alla Procura.

Gli associati avrebbero anche effettuato posti di controllo con fermo di veicoli lungo strade provinciali usando mezzi con lampeggiatore blu, palette rifrangenti con loghi ministeriali indossando divise e giubbetti antiproiettile, redigendo verbali per violazioni amministrative, verbali di ispezione letture di microchip e prescrizioni in materia sanitaria sulla detenzione degli animali.

Negli anni erano riusciti ad accreditarsi, con qualifiche mai conseguite, presso la Regione Umbria come associazione di volontariato e di protezione civile, nonché a stipulare convenzioni con vari Comuni della Provincia di Perugia e dell'Agenzia Forestale Regionale.

In numerose occasioni, in virtù di tali convenzioni anche stipulate con vari comuni, avrebbero svolto attività di pubblica sicurezza anche in occasione di concerti, scortando i cantanti e vigilando il backstage ed effettuando attività di controllo delle persone e l'identificazione delle stesse.

Nel corso delle perquisizioni disposte dalla Procura all'interno delle tre sedi delle associazioni sono stati sottoposti a sequestro giubbetti antiproiettile, lampeggiatori blu, captatori ambientali, palette rifrangenti con logo ministeriale, manganelli, pugnali e manette, una centrale radio, computer e telefoni cellulari nonché numerosi documenti cartacei attestanti l'attività delle associazioni.

All'interno delle associazioni tutti gli appartenenti indossavano gradi militari; nel corso dei servizi, oltre ad utilizzare uniformi identiche a quelle in uso alle forze di polizia si muovevano con macchine di servizio munite di lampeggiatori e sirene.

Il presidente dell'associazione avrebbe attestato falsamente ad un comune della alta valle del Tevere che l'associazione aveva svolto negli anni passati servizi antincendio boschivo a disposizione dell'Agenzia Forestale Regionale nonché controlli in materia zoofila-ambientale con i volontari della "Sezione Speciale di Polizia Giudiziaria", conseguendo un ingiusto profitto quantificato in oltre E 20.000 euro.

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