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Cronaca Centro Storico / Piazza Grimana

Piazza Grimana, dalla protesta alla proposta: "Ma nessuno tocchi il campo da basket"

Dopo il progetto lanciato dall'associazione Per Perugia e Oltre di una Piazza Grimana quasi tutta pedonale e vivibile per turisti e residenti. Ora la parola passa all'antica associazione di una Società generale di mutuo soccorso

Prima le proteste, poi le proposte.  È il 2 settembre, la città è in fermento. Si tengono i tanto attesi stati generali sulla sicurezza. Tutti presenti, sindaco compreso. La città si scuote. Piazza Grimana per la prima volta, da quando la memoria ci viene in aiuto, è gremita di gente. La scossa è arrivata. Perugia vive ancora. Poi quella proposta, un mese dopo circa, “dobbiamo riqualificare quella zona”. Stavolta ad alzare la voce, in una delle sale di Palazzo Gallenga, è l’associazione “Per Perugia e oltre“.

Presenta il progetto. Il suo progetto di riqualificazione. Ma c’è chi si pone delle domande.  È la Società generale di mutuo soccorso che manda una nota specificando le perplessità: “Pensiamo che una riflessione su una futura piazza Grimana non possa che partire dalle domande e dai problemi che ci pone la piazza così com’è oggi. Il campo di pallacanestro dovrà esserci nella nuova piazza? Può sembrare una questione da poco, invece pensiamo che meriti un’attenta riflessione per il ruolo che svolge: un luogo della frequentazione informale e dell’integrazione, elemento salutare che si rivolge ai giovani in un ambiente che giorno dopo giorno si degrada”. “Così come non bisogna dimenticare – si legge ancora nella nota -  la bella immagine che dà di Perugia, una città dove a giovani di tutto il Mondo è data la possibilità di giocare a pallacanestro sotto lo sguardo imponente dell’Arco. E c’è bisogno di un nuovo bar nella zona? Aiuterà a dare un servizio in più e lavoro a qualcuno o danneggerà solo quello di chi già vi opera?”.

Cambiamenti immediati è quello che chiedono: “Da subito non bisogna agire solo sul traffico, ci sono da togliere pali e paletti che occultano l’Arco Etrusco e complicano la vita dei cittadini, degli studenti e dei turisti. C’è da rifare il marciapiede davanti all’Università. Da potare gli alberi e da togliere quelli che impediscono di osservare sia l’avanzamento del muro etrusco fatto per costruire l’Arco sia l’innesto del muro nel torrione sinistro. E da cercare i vecchi lampioni liberty dell’Università per stranieri; quest’ultima può sembrare una questione da esteti, invece ricollocarli o sostituirli con copie o con due nuovi lampioni che li evochino da il senso di uno sguardo sul futuro che nasce da una storia. La nostra Storia”.

E infine quell’arco Etrusco da “mantenere vivo” come valore per “l’umanità”. Quindi “non più baluardo e porta d’ingresso della città, ma una specie di porta a due ingressi (un “arco trionfale”) attraversando il quale da un lato si va verso il cuore di Perugia, dall’altro si entra nella piazza e da questa nell’Università per Stranieri, oppure ci si muove verso l’Università degli studi o il Borgo di Porta sant’Angelo”.

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