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Cronaca Centro Storico

E' il giorno della grande rabbia dei cittadini, in 600 per la sicurezza: "Vogliamo essere liberi"

Una piazza Grimana piena per il centro storico e non solo. La rabbia civile delle associazioni e dei cittadini che sono stanchi dello strapotere dei pusher. Ma molte critiche anche all'amministrazione sulla gestione dell'acropoli e soldi spesi mali. Applausi e fischi all'intervento del Prefetto

Piazza Grimana è piena: seicento persone tra residenti, studenti, commercianti e istituzioni hanno deciso di correre al capezzale di una Perugia che rischia di morire. Non è morta come dimostrano questi 600 non alieni che vogliono liberarsi dagli spacciatori stranieri, dalle violenze, dalle angherie e anche da troppe lacune a livello amministrativo. Gli organizzatori - il mondo delle associazioni - hanno salutato alle 18,30 i perugini che non si arrendono. 

Tommaso Morettini, presidente dell'associazione Perugia Non è Capitale della Droga, si è tolto qualche sassolino dopo le polemiche - sollevate dal sindaco Boccali e da altre associazioni storiche della zona - sul titolo degli stati generali della sicurezza: Perugia Muore.

Una commerciante ha aperto l'assemblea con una analisi disperata di quello che succede a Perugia e di quello che capita in centro tutti i giorni: "Abbiamo il diritto di vivere nella nostra città, di lavorare senza paura. Noi non possiamo permettere agli spacciatori di rovinare la vita a noi, agli studenti e ai turisti. Il nostro è un grido di disperazione: noi abbiamo fatto i fatti con questa piazza piena, ora lo devono fare chi ci governa".

Piazza Grimana, i cittadini si riprendono la piazza dello spaccio

"Qualcuno ha detto che questo è un autogoal - ha spiegato Tommaso Morettini, presidente associazione Perugia Non E' la Capitale dell'Europa - ebbene se questo è stato un autogoal speriamo di farne altri per il bene di Perugia. Perugia Muore.....è diverso da Perugia è morta....è un campanello d'allarme che abbiamo suonato tutti. Non vogliamo distruggere ma si vuole far assumere a tutti le responsabilità. Noi ci siamo: i punti che emergeranno li vogliamo dare alle istituzioni trovando il verso di farli attuare. Io credo che si possa scovarli, questi pusher, magari cercando di capire dove vanno a dormire: il 100 per cento degli affitti non sono certamente regolari".

Il primo intervento delle istituzioni è stato accolto tra applausi e anche fischi. Il prefetto Antonio Reppucci ha ammesso di aver visitato la zona e di star predisponendo dei piani per gli interventi. Ma il prefetto ha spiegato che il problema della droga è determinato anche dai figli dei perugini: "Sapete cosa fanno realmente i vosrti figli". E giù una pioggia di fischi. Ma il Prefetto ha spiegato che non si può "far finta di niente: la legalità vale tanto per gli stranieri ma anche per gli italiani se no siamo razzisti". Altra contestazione quando ha detto di abbassare i toni per "l'immagine di Perugia in tutto il Paese".

Una delle istituzione più applaudite è stato il Rettore dell'Università per Stranieri che in questa parte del centro storico vive e lavora. Paciullo non ha avuto paura di mettere in risalto anche i limiti della magistratura in ambito di sicurezza: "Oggi abbiamo citato poco le forze dell'ordine:  ma io e noi siamo testimoni del loro impegno costante: non c'è distrazione da parte loro sul problema della presenza degli spacciatori. Ma lo dico chiaramente: in questo Paese dobbiamo  ritrovare la certezza della pena. E' ingiustificabile che si arrestato persone che hanno commesso reati ma che poi dopo qualche giorno tornano in libertà negli stessi luoghi". 

Alla fine il sindaco Wladimiro Boccali è stato presente all'incontro ed ha preso appunti per tutto il tempo: "Io non ho paura ad ammettere le mie colpe se in questa parte della città non sono riuscito ad essere incisivo come altrove. Mi assumo la responsabilità ma allo stesso tempo vi dicono che sono pronto a tornare a discutere con voi, con le associazioni per progettare sia un piano di riqualificazione urbana che di controlli sugli affitti a nero e sullo spaccio. Partiamo con un nuovo progetto partecipato portando più persone possibile a partecipare ad una nuova rinascita culturale, sociale ed urbanistica". 

Ma dai commercianti e residenti sono piovute critiche all'amministrazione. In molti hanno ribadito che è mancata la volontà di valorizzare il centro storico, di aver investito  solo in periferia anche in sicurezza (illuminazione, lotta al degrado ed eventi)  e di non aver voluto ascoltare i cittadini su un controllo a tappeto negli appartamenti per scovare affitti a nero che nascondono pusher, prostituzione e criminalità diffusa. 

Tre le proposte emerse dall'assemblea su tutte: una nuova stagione di controlli casa per casa per scovare gli spacciatori e fargli terra bruciata da un punto di vista amministrativo (affitti a nero, multe e denuncia per evasione fiscale); un piano di riqualificazione urbano e portare nuovi residenti (giovani coppie) con il recupero di strutture pubbliche e accordi con i privati per mettere a disposizione alloggi a prezzi e affitti agevolati.

(aggiornamenti in corso)

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