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Cronaca

Bollette pazze, in 600 firmano petizione per censurare Umbra Acque

Seicento cittadini hanno firmato una petizione, depositata questa mattina in Consiglio regionale, per chiedere all'Assemblea di Palazzo Cesaroni di censurare la Società Umbra Acque

Sono 600 i cittadini che hanno firmato una petizione, depositata mercoledì mattina in Consiglio regionale, per chiedere all'Assemblea di Palazzo Cesaroni di censurare la Società Umbra Acque, responsabile secondo il suddetto documento, di aver emesso a carico degli utenti migliaia delle cosiddette bollette pazze.

Lo rende noto il capogruppo in Consiglio Regionale della Lega Nord, Gianluca Cirignoni, precisando di aver consegnato anche 240 reclami scritti individuali ad Umbra Acque e che questa duplice azione, promossa dallo stesso consigliere, "avrebbe portato la società sospendere le stesse bollette”.

Accanto alla richiesta di “censura del comportamento del gestore del servizio idrico integrato degli Ati 1 e 2”, Cirignoni propone all'Assemblea che: "Venga promossa una verifica dell'operato degli organi dell'Autorità d'ambito: gli unici deputati a stabilire le tariffe relative ai servizi di acquedotto depurazione e fognatura”.

 La legge regionale 43 del 1997, ricorda il capogruppo della Lega Nord: "Stabilisce chiaramente che, in materia di servizio idrico integrato, la Regione ha funzioni di controllo sull'operato dell'Autorità d'ambito, e che di conseguenza, con la petizione da lui promossa, si sollecita “piena luce su una vicenda nella quale, Autorità, sindaci e gestore hanno precise responsabilità”.

A tal proposito, l'Amministratore Delegato di Umbra Acque, Alessandro Carfì conferma che la società ha sospeso gli incassi in attesa delle decisioni dei sindaci in materia tariffaria.


 

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