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Cronaca

"Voglio fare scambio di coppia", la moglie rifiuta e lui la picchia: assolto marito accusato di violenze

La Procura di Perugia contestava i maltrattamenti in famiglia, lesioni e violenza sessuale: l'avrebbe chiusa in un letto a cassettone e costretta a rapporti sessuali. In aula le prove non sono state ritenute sufficienti

Il marito vuole fare l’esperienza dello scambio di coppia, lei rifiuta e scatta l’aggressione.

La Procura di Perugia ha contestato a un uomo, un perugino di 60 anni, difeso dagli avvocati Elena Cristofari e Stefano Castellani, tre capi d’imputazione: il maltrattamento in famiglia, le lesioni personali e la violenza sessuale. L’imputato, a seguito di giudizio abbreviato è stato assolto dai maltrattamenti e dalla violenza sessuale perché il fatto non sussiste, dalle lesioni perché il fatto non costituisce reato in quanto si sarebbe difeso dall’aggressione della moglie.

L’imputato era accusato di avere “in modo abituale e continuativo” maltrattato la moglie, una donna dell’est Europa di 40 anni, “sottoponendola ad atti di violenza fisica, morale e psicologica e tenendo” nei suoi confronti “atteggiamenti aggressivi e violenti, percuotendola e ingiuriandola”, creando un clima di sopraffazione e paura che avrebbe reso “la sua vita persona e familiare particolarmente dolorosa e ingenerando in lei forme di disagio psichico e fisico tanto da contribuire a farla diventare dipendente da assunzione di bevande alcoliche”.

Secondo gli atti di accusa l’uomo avrebbe ingiuriato la donna definendola “ubriacona”, “tr…”, “alcolista” e “matta”.

In una occasione sarebbe scoppiata una lite in quanto l’uomo le avrebbe proposto “di intrattenere rapporti sessuali con scambio di coppia” e lei avrebbe “reagito bevendo e lo aveva aggredito”, nel corso della quale lui l’avrebbe percossa “colpendola al naso” e tirandole le orecchie.

Dopo un’altra lite, “perché lei aveva bevuto, le legava le mani, la chiudeva all’interno di un letto a cassettone e ce la faceva rimanere per tre ore”.

Sempre secondo il capo d’imputazione l’avrebbe colpita “ripetutamente sulla fronte con un pezzo del gioco ‘Lego’ procurandole una cicatrice” perché la donna era andata dal notaio per “questioni legate alla casa”.

All’ennesima richiesta di fare scambio di coppia, la donna avrebbe reagito bevendo e aveva aggredito l’uomo graffiandolo, così lui avrebbe reagito “mordendola al dito” e utilizzando uno straccio imbevuto di candeggina per pulirle il viso e l’avrebbe chiusa in casa “per impedirle di uscire” tanto che la donna “usciva dal balcone”.

Cercando di “toglierle una bottiglia di vino per evitare che bevesse, la colpiva sulla bocca con la stessa bottiglia e le graffiava la mano destra” e poi la minacciava, offendeva e ingiuriava “mettendole le mani al volto” perché rifiutava ancora lo scambio di coppia, dicendole che “doveva andare via da casa”.

Secondo la Procura l’imputato avrebbe costretto la donna a “soddisfare i suoi appetiti sessuali anche quando lei non aveva voglia, pretendendo di avere rapporti sessuali” e a “farsi fotografare nuda”.

L’uomo avrebbe anche controllato quotidianamente il cellulare della donna “e ogni volta che usciva di casa la chiamava per sapere dove si trovasse e pretendeva che le riferisse tutti i suoi spostamenti”.

In una occasione, infine, avrebbe afferrato la donna “per i capelli”, costringendola “a praticargli un rapporto sessuale orale”, per poi girarla “a pancia in su”, immobilizzandola e “tentando un rapporto sessuale completo, fino a che la stessa riusciva a liberarsi con la scusa di togliersi l’accappatoio”.

Gli episodi contestati sarebbero avvenuti tra il 2016 e il 2021. Al termine del processo, come scritto, il giudice ha assolto l’uomo.

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