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Cronaca Piegaro

Perugia, il progetto dello scultore Adriano Massettini; realizzare i 12 archetipi iunghiani per conoscere noi stessi

Un progetto ad ampio raggio nello spazio antistante la ex Casina liberty del guardacancelli di via XIV Settembre

Un progetto ad ampio raggio nello spazio antistante la ex Casina liberty del guardacancelli di via XIV Settembre. L’ha realizzata lo scultore open air Adriano Massettini, instancabile creatore di street art. Arte donata alla città. Mentre il Guardiano teneva d’occhio lo Châlet, è comparsa la ballerina con lo sguardo rivolto verso la via XIV Settembre, come se aspettasse un cenno, un apprezzamento dal pedone che percorre il marciapiede. Lo avevamo profetizato [INVIATO CITTADINO Torna il "custode" della casina liberty del Manicomio (perugiatoday.it) ] e non era difficile che avvenisse. Quando parlammo della realizzazione della prima opera. Tale è la prolificità di questo appassionato scultore che utilizza materiali ecologici al massimo: vale a dire creta mischiata con cellulosa. Le forme della ballerina sono approssimativamente abbozzate e non piacciono tutti. E nemmeno al suo autore. Che la distrugge.

Dicendo: “La figurina danzante apparsa ieri nello spazio adiacente lo Chȃlet Lounge Bar dell'amico Ferranti Simone, dopo un breve balletto è tornata nel mondo dell'astratto e delle idee, quasi a testimoniare della fugacità dell'avventura umana”.

E adesso?
“Al suo posto sta prendendo forma un ectoplasma, sembra l'abbozzo di un'altra idea che sta condensandosi, aiutata dalla materia argillosa. Domani forse assumerà contorni più definiti. La vita è breve come il respiro del bisonte in una mattina d'inverno”.

L’Inviato Cittadino si reca sul posto e documenta la nascita della nuova creatura (foto in pagina).

Commenta Adriano: “Lo spazio antistante l'ingresso dell'ex Psichiatrico sembra evocativo per rappresentare alcune figure archetipali che rappresentano l'inconscio collettivo. Entità o forze presenti nella memoria atavica dai tempi del politeismo e sopravvissuti anche con il monoteismo. Rappresentano personaggi mitici e sono alla base delle motivazioni umane, modelli originari, desideri che motivano la vita”.

Archetipi iunghiani?
“L'archetipo dominante junghiano definisce il carattere ed è utile per sapere chi siamo, ricercando le affinità con i nostri simili. Portarlo alla luce significa illuminare il sé e  rendere consapevole l'oscurità dell'inconscio”.

Quali altri archetipi hai in mente?
“Penso al guardiano o anche badante, al pensatore o saggio”

C’è dell’altro? Quali altre immagini pensi di proporre alla città in questo spazio?
“Ve ne sono diversi altri in cui ognuno si può riconoscere: tipo l'Io come immagine di Dio, eterno e universale, il giullare o ballerino, che mi era venuto male che ho revocato, poi il mago, il sovrano, l'eroe, l'innocente, l';esploratore, il ribelle, l'orfano, l'amante”.

Insomma, un discorso aperto?
“I principali archetipi junghiani sono 12, e cominciando il lavoro mi sono reso conto che è proprio questo che stavo iniziando a rappresentare, con il guardiano, che è una importante figura archetipale”.

A che serve, tutto questo, si chiede la gente?
“Scoprendo il proprio archetipo, ci si può interrogare e  rivelare la missione o la parte che stiamo rappresentando sul palcoscenico della vita”.   Ecco, quando dietro il “fare” c’è anche il “pensare”.

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