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Cronaca

Uso illecito dei permessi di assistenza al genitore anziano: licenziato, ma l'azienda deve pagare 15 mensilità

Il datore di lavoro aveva incaricato un investigatore privato per seguire il dipendente. La Cassazione conferma l'illegittimità del licenziamento, ma dichiara finito il rapporto di lavoro con pagamento di indennità

Utilizza i permessi dal lavoro per l'assistenza dell’anziano genitore per fare altro. L’azienda lo fa pedinare da un investigatore privato e poi lo licenzia.

Il lavoratore impugna il licenziamento e ottiene una vittoria in appello con il riconoscimento dell’illegittimità dello stesso, pur dichiarando risolto il rapporto di lavoro, con condanna del datore di lavoro a versare 15 mensilità.

Una decisione che non sta bene né al lavoratore né all’azienda che fanno ricorso per Cassazione.

Il lavoratore usufruiva dei permessi per assistere un genitore. Il datore di lavoro sospettava un utilizzo illecito dei permessi e aveva incaricato un’agenzia investigativa di seguire l’uomo. Al termine dell’indagine privata era emerso che il lavoratore aveva “utilizzato quattro ore e mezzo (sulle complessive trentadue ore di permesso) per lo svolgimento di attività che nulla avevano a che fare (nemmeno indirettamente) con l’assistenza” del genitore.

Per la Corte d’appello “la condotta abusiva, seppur disciplinarmente rilevante, non assumeva quei connotati di gravità tale da incrinare irrimediabilmente il vincolo fiduciario”. Dichiarava, quindi, illegittimo il licenziamento, ma “dichiarando risolto il rapporto di lavoro e condannando la società al pagamento di 15 mensilità dell’ultima retribuzione globale di fatto”.

La Cassazione ha ritenuto corretta la decisione della Corte d’appello e ha respinto il ricorso del lavoratore e del datore di lavoro, confermando cessazione del rapporto lavorativo e pagamento delle mensilità.

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