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Cronaca

Troppo alto il rischio di abbattere specie protette, il Tar sospende la caccia alla Moretta

Accolto dai giudici amministrativi il ricorso dell'associazione vittime della caccia

L’associazione vittime della caccia ha impugnato il calendario venatorio nella parte in cui prevede la caccia alla Moretta e il Tribunale amministrativo regionale ha dato ragione all’associazione: troppo alto il rischio di abbattere esemplari di Moretta tabaccata, specie a rischio.

Secondo l’associazione la delibera della Giunta regionale sarebbe illegittima in quanto non terrebbe adeguatamente conto della raccomandazione dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale relativa alla opportunità della totale sospensione della caccia alla Moretta al fine di prevenire l’abbattimento accidentale di esemplari di una specie in condizione critica.

L’associazione contesta la decisione “secondo la quale il 98 percento delle zone umide della regione Umbria di interesse fondamentale per lo svernamento ed il transito di specie di avifauna acquatica cacciabili insisterebbe all’interno di aree protette di interesse nazionale, regionale o provinciale interdette all’attività venatoria, con conseguente pratica irrilevanza del disturbo arrecato nelle aree residue dalla stessa attività venatoria alle specie” che si possono confondere sia perché la presenza in Umbria della Moretta tabaccata sarebbe segnalata unicamente in ambiti protetti.

Secondo la Regione Umbria le zone umide di rilevante interesse per il transito e lo svernamento dell’avifauna acquatica sono il lago Trasimeno, il lago di Pietrafitta, l’ansa degli Ornari, la palude di Colfiorito, il lago di Alviano, il lago di San Liberato, il lago di Recentino e il lago di Piediluco e che tutte le dette aree, ad eccezione del lago di Piediluco, ricadono in ambiti protetti nei quali è vietato il prelievo venatorio. Le presenze di Moretta rilevate tra il 2018 e il 2021 sono state tutte concentrate nell’area del lago Trasimeno e, in misura minore, nelle aree dei laghi Recentino, San Liberato e Alviano e mai, dunque, nell’area del lago di Piediluco, unica zona umida non ricadente in ambito protetto. La caccia della specie Moretta, inoltre, nel territorio regionale umbro è esercitata da cacciatori altamente specializzati e da tutti questi elementi si desume che il rischio di abbattimenti accidentali di esemplari di Moretta tabaccata sarebbe da ritenersi trascurabile, se non nullo.

Secondo i giudici amministrativi la Regione Umbria non ha dato prova che la Moretta tabaccata frequenti esclusivamente ambiti protetti e non si esclude il pericolo dell’abbattimento accidentale di esemplari della specie oggetto di tutela. Il calendario venatorio della Regione Umbria, quindi, nella parte che riguarda la caccia alla Moretta, va rivisto.

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