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Cronaca

Trans sotto processo per estorsione, il racconto della vittima: "Minacciato con un coltello, ha preso i documenti dell'auto. Voleva soldi per non dire nulla"

L'imputata è accusata anche di aver rapinato alcuni clienti. Nel suo cellulare trovate le foto dei documenti delle vittime e messaggi di minacce

“Mi ha minacciato con un coltello, mi ha molestato sessualmente, ha fotografato i miei documenti e quelli dell’auto e ha voluto soldi altrimenti avrebbe raccontato tutto a parenti e amici”.

Una delle vittima ha ricostruito la terribile notte vissuta a Perugia a causa di una trans di 38 anni, difesa dall’avvocato Stefano Camerini, che avrebbe estorto denaro ai clienti, mediante minacce con un coltello o di rivelare le inclinazioni sessuali dei clienti a moglie, fidanzate, mamme e amici. La Procura di Perugia contesta all’imputata anche l’accusa di aver rapinato alcuni clienti.

Secondo il capo d’accusa la trans “mediante minaccia consistita dapprima nel mostrare a … un coltello a serramanico e, successivamente, di non restituire il libretto di circolazione dell’autovettura e un paio di chiavi di cui si era impossessato” avrebbe costretto un cliente “a consegnare la somma di 3.000 euro, procurandosi così un ingiusto profitto con un danno per la persona offesa”.

All’interno dell’autovettura della vittima avrebbe minacciato l’uomo con un coltello a serramanico, nascosto nella borsetta, facendosi consegnare 500 euro, accusandolo di avergli “rovinato la serata”. Non avendo la vittima la somma di 3.000 euro con sé, inoltre, lo avrebbe obbligato ad effettuare due prelievi presso due sportelli bancomat diversi. Poi si sarebbe impossessato del libretto di circolazione e delle chiavi dell’auto dicendo: “Li rivuoi? Allora domani mattina mi devi portare 3.000 euro; contattami a questo numero e ricordati che se non lo fai so dove abiti e vengo a cercarti”.

Solo la mattina successiva la vittima rientrava in possesso di documenti e chiavi, dopo aver pagato la somma. La vittima si è costituita parte civile tramite l’avvocato Dario Epifani.

La vittima ha raccontato tutto ai giudici, ricostruendo quanto avvenuto quella sera e poi denunciato ai Carabinieri. Le indagini dell’Arma hanno confermato la testimonianza. Il maresciallo che ha firmato gli atti d’accusa ha ricordato l’avvenuto riconoscimento dell’imputato attraverso le foto segnaletiche e come dall’analisi dei tabulati telefonici sia emerso che l’imputata doveva trovarsi agli arresti domiciliari, invece era a Perugia a rapinare clienti. Dagli accertamenti sul telefono dell’imputata è emerso anche il possesso abusivo di foto dei documenti delle vittime e diversi messaggi con i quali chiedeva soldi.

La Procura contesta alla trans, però, anche un altro episodio di violenza, avvenuto il 24 luglio del 2017, quando avrebbe minacciato un’altra persona, costringendola a “consegnargli dapprima la somma di 40 euro, dopo una prestazione sessuale e, subito dopo a consegnargli la somma di 500 euro, dopo aver effettuato due prelievi presso due sportelli bancomat” procurandosi “un ingiusto profitto”.

Anche in questa occasione, secondo la denuncia, si sarebbe impossessato del libretto di circolazione dicendo: “Mi servono 2.000 euro e mi servono subito. Dammeli o dico tutto alla tua famiglia”.

Dietro la minaccia di rivelare l’avvenuta relazione sessuale ai familiari, inoltre, la trans si sarebbe fatto consegnare dalla vittima 4.750 euro la settimana successiva, 5.500 euro ai primi di agosto del 2017, altri 500 euro l’8 agosto e, infine, ancora 1.000 euro il giorno dopo.

Il 14 aprile del 2018, infine, la trans avrebbe rapinato un cliente minacciandolo con un punteruolo, facendosi consegnare 250 euro.

Il collegio giudicante ha rinviato al 24 gennaio del 2023 la nuova udienza, accogliendo la richiesta della difesa di escludere alcuni testi e acquisire le dichiarazioni delle altre persone offese e dei familiari. In quella sede l’imputata potrebbe sottoporsi a esame oppure andare subito alla discussione.

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