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Cronaca

Gli studenti e gli universitari di sinistra tornano in piazza: "Più soldi per il diritto allo studio: costi altissimi per Università e Superiori"

"Dopo due anni di lockdown e Dad rientriamo in una scuola che non riconosce le nostre necessità"

La Rete degli Studenti Medi e l'Unione degli Universitari sono scesi in piazza davanti alla Regione Umbria per chiedere dei sostanziali cambiamenti nell'approccio alla stesura del PNRR locale e agli investimenti dedicati a giovani e studenti. Gli studenti di sinistra avevano già inviato le proposte alla Giunta regionale sul diritto allo studio, trasporti e rafforzamento della scuola pubblica ma, a loro dire, non avrebbero mai avuto l'occasione di un confronto.  

"Oggi in questa piazza prendiamo in mano le redini del nostro presente per costruire il nostro futuro" Caterina Bigini, coordinatrice di "Altrascuola - Rete degli Studenti Medi Umbria" ha dichiarato "Vogliamo un investimento serio nel diritto allo studio e nei servizi studenteschi, per non essere costretti a pagare fino a 800€ all'anno tra materiali didattici e trasporto pubblico. L'istruzione dovrebbe essere gratuita e universale". E Francesco Palmiotto, neoeletto presidente della Consulta Provinciale degli Studenti di Perugia aggiunge: "Dopo due anni di lockdown e Dad rientriamo in una scuola che non riconosce le nostre necessità: non esiste alcuna forma di supporto psicologico, non esiste alcuna forma di educazione sessuale se non quella controllata da frange confessionali e oscurantiste che a volte si rivela pura propaganda senza alcuna rispondenza con la realtà che studentesse e studenti vivono nelle relazioni interpersonali. Non è questa la scuola pubblica che vogliamo!".

Anche sul versante dell'Università la situazione restata difficile per sostenere i costi sui singoli e sulle famiglie. "Per chi è iscritto all'università - aggiunge Aleph Bononi, vice coordinatore della 'Sinistra Universitaria - Udu Perugia' - la situazione non migliora: nel rapporto presentato pochi giorni fa in Senato dall'Udu, abbiamo denunciato come la spesa media annuale per una persona iscritta all'università supera i 5000€ e può arrivare fino a 10.000 se si è fuorisede. L'impatto più grande lo hanno l'affitto (per circa il 27% del totale), i materiali didattici e il trasporto pubblico, che ha visto un aumento del prezzo di circa il 30% nel centro-Italia". E conclude: "servono delle risposte immediate, anche per garantire una prospettiva occupazionale a migliaia di neolaureati a cui la nostra Regione, con una nuova legge sulle politiche attive per il mondo del lavoro del tutto insufficiente, non riesce a dare quasi niente".

Secondo Lorenzo Gimona di Link Perugia anche il Governo è rimasto sordo ai bisogni degli studenti. Sotto accusa la legge di Bilancio dove non ci sono risorse per i giovani. "Crediamo che non ci sia nessuna ripartenza per l’Università se non si tengono in considerazione le istanze degli studenti e le risposte necessarie per andare incontro ai loro bisogni, rendendo le Università dei luoghi realmente accessibili e attraversabili da tutti” ha continua Gimona “Vogliamo l'innalzamento della no tax area per le tasse universitarie almeno a 30.000 di ISEE in via permanente, con stanziamenti in bilancio regionale e nazionale, non bonus annuali una tantum, agevolazioni e misure reali di sostegno sugli affitti e di finanziamento sulla messa in sicurezza, ristrutturazione ed eventualmente costruzione di case dello studente. Infatti ad oggi l’ Ateneo non è accessibile a causa della mancanza di borse e posti in studentato per tutti gli aventi diritto. Non è accettabile che uno studente non possa scegliere di potere abitare a Perugia, a causa di costi proibitivi per gli affitti e di mancanza di posti sufficienti nelle residenze universitarie”.

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