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Cronaca

SCHEGGE di Antonio Carlo Ponti | La vita serena ovvero «Bevagnizzazione»

Oggi una scheggia impudicamente, spudoratamente domestica; in piena emergenza familistica; un concentrato di osceno di conflitto d’interessi, fenomeno abbietto ma per nostra fortuna assente nel Bel Paese. Ebbene infrango il tabù e mi getto senza rete in un turbinio di pro domo mea, anzi di pro patria mea, favorendo quel pezzetto di territorio in Valle Umbra che i Tedeschi chiamerebbero Heimat, piccola patria: fatta di memorie, di genealogie, di lingua, d’altare, di sangue, di tombe e di suolo (la Patria la dicono Vaterland, terra dei padri). 

E per me è Bevagna, terra degli antenati e degli avi in linea maschile e femminile qui dalla fine del Seicento. Orbene, a Bevagna è capitata la ventura felice di entrare con un lemma nel lessico di un dizionario autorevole, il Vocabolario Treccani, che dedica al neologismo una corposa voce, che copio tale e quale: « bevagnizzazioe s. f. Il proporre come modello lo stile elegante e al tempo stesso genuino, armonioso e sereno degli abitanti del comune umbro di Bevagna. • Il «simbolo del vivere tranquillo», invece, è uno solo: il piccolo centro umbro di Bevagna. Il segretario del Censis Giuseppe De Rita lo ha eletto come luogo ideale della semplicità della vita. Coniando anche il neologismo: «Bevagnizzazione».
(Mariolina Iossa, “Corriere della Sera”, 19 novembre 2004, p. 18, Cronache). – Professor De Rita, il Papa critica la domenica ridotta a weekend di puro svago. È d’accordo? «Il weekend non va demonizzato. 

È un modo per conservare le radici, soprattutto in una terra di emigranti come la nostra. La domenica trascorsa nella seconda casa è spesso il modo per mantenere i contatti con il paese d’origine. Ed è un gran bene. Per esprimere questo concetto al Censis abbiamo coniato un neologismo: “Bevagnizzazione”, dal nome del Comune umbro di Bevagna. Il weekend in campagna, ai monti o al mare non è un modello importato dal consumismo americano, bensì un sano simbolo comunitario, l’emblema del nostro “vivere tranquillo”». (Giacomo Galeazzi, “La Stampa”, 10 settembre 2007, p. 11, Cronache italiane). 

Derivato dal toponimo Bevagna con l’aggiunta del suffisso: -izzazione.» Io vado fiero del brand e ho rimorso acuto di scendere raramente nella casetta di Nerina, posta lungo gli argini del Teverone. Non mi risulta che l’amino con pari intensità e passione i miei compaesani. La parola canonizzata dai lessicografi, che racchiude la Storia e un Mondo, per loro è solo un palliativo, un flatus voci, non un farmaco che potrebbe vieppiù utilmente tutelare la salute culturale, economica e turistica del paese. Non di solo Mercato delle Gaite vive l’uomo. Io per parte mia, Nicola Bossi permettendo, la mia “marchetta”, pro bono patriae. l’ho spesa. Nemo propheta in patria. Scusate il disturbo. Non accadrà più.

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