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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Rapina in villa, pistola alla tempia di marito e moglie: preso il terzo bandito

E’ stata la collaborazione tra le Squadre Mobili di Perugia e di Alessandria a “chiudere il cerchio”, definitivamente, su una tremenda rapina a mano armata nel capoluogo umbro

E’ stata la collaborazione tra le Squadre Mobili di Perugia e di Alessandria a “chiudere il cerchio”, definitivamente, su una tremenda rapina a mano armata nel capoluogo umbro. Nella notte tra il 6 ed il 7 ottobre 2014, una giovane coppia perugina rientra verso la mezzanotte dal Pronto Soccorso, dove si era rivolta per un malore accusato dal marito.

Nel cuore della notte, i due vengono svegliati da alcuni rumori all’interno della loro abitazione. In casa ci sono soggetti con passamontagna ed armati: uno di essi, pistola in pugno, li terrorizza minacciandoli di morte e puntandogliela alla tempia, mentre gli altri si fanno consegnare tutti i preziosi ed il denaro presenti in casa e le chiavi delle due auto, per poi chiudere i due coniugi a chiave nel bagno e fuggire con le auto rubate.

Le indagini della Mobile furono favorite da una circostanza fortunata: proprio nella notte della rapina, mentre i rapinatori fuggivano dall’Umbria in direzione Sud, precisamente sulla A1 a Frosinone, uno di essi, a bordo di una terza auto, probabilmente quella con cui avevano raggiunto il luogo della rapina, era stato fermato e perquisito dalla Polizia Stradale locale. Il controllo costituì un ottimo “pilastro” per ricostruire i fatti. Il territorio di provenienza dei rapinatori è stato individuato nel casertano, a San Marcellino d’Aversa (Ce), da dove i banditi si sarebbero mossi e dove veniva rinvenuta poi una delle auto rubate a casa delle vittime. Decisivi, infine, furono i particolari notati dalle vittime durante la rapina, come la corporatura, gli occhi azzurri ed i capelli di alcuni dei tre assaltatori, che hanno poi consentito alla Polizia di identificarli con certezza.

Mentre i primi due componenti del gruppo criminale, H.D., del 1992, e M.E., del 1989, erano stati catturati in un primo momento, nel casertano, grazie ad una collaborazione tra la Squadra Mobile di Perugia e quella di Caserta, il terzo componente, O.A., albanese del 1992, nei giorni scorsi è stato rintracciato dal personale della Squadra Mobile di Alessandria, che gli hanno notificato il provvedimento di custodia cautelare del GIP. di Perugia, con il quale era stata disposta la custodia cautelare a carico di tutto il sodalizio, ed in ottemperanza al quale lo hanno tratto in arresto.

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