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Cronaca

Anche a Perugia è psicosi da virus. Così si uccide anche la microeconomia… parlano i commercianti

Nell'Umbria a zero contagi, al momento, cresce la psicosi alimentata da ritardi e sottovalutazioni del fenomeno. Quanti danni inspiegabili alla nostra economia. L'Inviato cittadino è andato ad ascoltare commercianti e professionisti

Anche a Perugia è psicosi da virus. Così si uccide anche la microeconomia… parola di commercianti. Ecco i quali sono i riflessi immediati sull’economia. L’Inviato Cittadino ha tastato il polso a diversi operatori commerciali dell’acropoli. Dove, invero, non si drammatizza. Ma si dice: “È impossibile non notare un significativo calo delle presenze. E dunque degli affari”.

Il profumiere Alberto Bottini sull'ingresso della profumeria-2Alla profumeria Bottini di corso Vannucci, il titolare Marco spiega che è difficile valutare il trend in itinere e che questo è tradizionalmente un periodo morto. “I conti – afferma – li facciamo a fine mese. Così come i confronti con gli anni precedenti”. Comunque di vendite, con questa poca gente in giro, se ne fanno pochine. Vanno invece forte le farmacie che non reggono l’urto della richiesta di disinfettanti e mascherine. “Poi, tanto che c’è, il cliente compra anche altro”, dice un addetto del settore.

La signora Granieri al box di piazza Matteotti-2E i supermercati? Qualche sparuto attacco agli scaffali, ma di roba in giro ce n’è parecchia. “Fra qualche giorno, quando le dispense saranno intasate, la gente comincerà a consumare le scorte e tutto tornerà alla piena normalità”, si commenta. In controtendenza, rispetto al mosciume dell’acropoli, il chiosco della Ranieri in piazza Matteotti, dove si dice: “Lavoriamo bene. Anche sabato scorso, il centro era pieno e la clientela numerosa”.

Tutt’altra musica da chi vende abbigliamento. Dice Paolo Mariotti, commerciante al Corso, che avanza una spiegazione psicologica: “Oltre che per il minor numero di persone in circolazione, si lavora di meno perché la gente, presa dalla preoccupazione del possibile contagio, ha la testa altrove. Ha altro cui pensare, piuttosto che ai saldi!”. Anche ai cinema il pubblico latita. Specie in quelli di dimensioni ridotte, dove è l’affollamento in poco spazio a preoccupare. A Perugia, oltre alle multisala grandi dell’Uci (dove pure è un deserto) esistono cinemini da 100 posti per i quali marca male.

E il teatro? Sarà un caso, ma si vedono diverse poltrone vuote, anche se la vendita fa registrare sold out. Saranno spettatori che, pur avendo il biglietto in tasca, hanno qualche timore. Colpa delle indisposizioni stagionali? Per i concerti (classica e jazz) staremo a vedere i prossimi appuntamenti. Difficile, per ora, avanzare previsioni. Pessimista il mitico giornalaio di Piazza della Repubblica, Andrea Fonte. Un personaggio cui non difetta il senso dell’umorismo: ricordiamo i memorabili scherzi del 1° aprile, come quando
diffuse la notizia, corredata da immagine, del crollo dell’Arco Etrusco.

Andrea Fonte nella sua edicola a fianco di Palazzo Baldeschi, in piazza della repubblica-2Andrea ha la mente lucida e propone riflessioni razionali. Dice: “Con questo blocco delle gite e il calo delle presenze straniere, è un guaio”. Precisa, mostrando un bollettino di oltre mille euro (la metà degli oneri annuali a suo carico): “Le spese sono costanti, o addirittura aumentano, mentre le vendite calano paurosamente”. E spiega: “Vede, ho comprato gadget per circa tremila euro. Adesso a chi li vendo, col blocco delle gite e il calo dei turisti?”.

In effetti, racconta che ormai l’edicola si regge non più sulla stampa ma sui gadget. Ne ha di tutti i tipi: portachiavi, bicchierini serigrafati, piattini, Grifi in tutte le varianti, perfino il boccalino di Perugia 1416! Ma è roba che, se nulla cambia, si terrà per un pezzo sul groppone. Gli auguriamo di no.

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