rotate-mobile
Cronaca

Shalabayeva, la difesa del poliziotto Stampacchia: "Alma non era Cappuccetto Rosso con il lupo"

Alle fasi conclusive il processo di appello sull'espulsione della moglie del dissidente kazako Ablyazov

Alma Shalabayeva avrebbe inscenato un depistaggio quando i poliziotti entrarono nella villa di Casal Palocco alla ricerca di Muktar Ablyazov, in quel momento, tra il 28 e il 29 maggio un latitante da arrestare, "per questo avevano attivato un dispositivo adeguato a portare a termine l'operazione e prima di tutto a fare in modo che chi operava lo facesse in sicurezza". "Tutti gli occupanti della villa - ha spiegato nella sua arringa l'avvocato Massimo Biffa che con Stefano Pasquetti assiste l'allora commissario della squadra mobile di Roma. Francesco Stampacchia - hanno fornito i documenti e le loro generalità, solo lei non l'ha fatto. Ci sarà un perché". 

"Alma non era Cappuccetto Rosso nel bosco minacciata dal lupo con su scritto 'squadra mobile'" ha sottolineato ancora l'avvocato, ricordando come "quella nei confronti di Ablyazov è stata "un'operazione pianificata sulla base delle informazioni che gli investigatori avevano, sulla scorta di un documento dell'ambasciata kazaka pervenuto, come emerge dagli atti, in modo inconsueto e informale, su indicazione del questore, a Renato Cortese tramite gli addetti dell'ambasciata stessa che non conosceva e non aveva mai visto. Un dato è certo la polizia giudiziaria non avrebbe potuto articolare un’attività d’ufficio solo con la nota kazaka. Come si fa a dire che erano appiattiti alla volontà dell'ambasciata kazaka?".

E ancora, "C’è un dato di chiarezza: Stampacchia nella notte tra il 28 e 29 maggio 2013 stava effettuando un’operazione di polizia volta a catturare un latitante. Le informazioni che gli operanti avevano erano scarne e incomplete, un quadro non fatto di decine di pagine, un quadro non tranquillizzante. Stampacchia è stato spregiudicato? Ha fatto il suo dovere, chiedendo ai presenti in casa le generalità e i documenti”.

Con Stampacchia sono imputati l’allora capo della squadra mobile di Roma, Renato Cortese, il capo dell’ufficio immigrazione Maurizio Improta, i poliziotti Luca Armeni, Vincenzo Tramma. Stefano Leoni e la giudice di pace, Stefania Lavore.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Shalabayeva, la difesa del poliziotto Stampacchia: "Alma non era Cappuccetto Rosso con il lupo"

PerugiaToday è in caricamento