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Cronaca

Il giorno del Patrono Lorenzo, il Cardinale ordina tre nuovi diaconi. "Siate uomini di periferie che portano amore agli ultimi"

Celebrata la solennità di San Lorenzo, diacono e martire, titolare della cattedrale

Stefano Bucarini, Mauro Corazzi e Moreno Fabbri: sono i tre diaconi ordinati dal Cardinale Basetti nel giorno del patrono di San Lorenzo. Il porporato, nel rivolgersi ancora agli ordinandi diaconi, li ha esortati a guardare Cristo come lo guardava san Lorenzo, “per essere anche voi – ha commentato – servi fedeli della sua parola: proclamatela ai poveri, essi attendano da voi l’annuncio del Vangelo! I piccoli, i poveri, i sofferenti, le persone dimenticate da tutti, che raramente nella loro vita hanno sperimentato un gesto di amore, attendono che qualcuno porti a loro la buona novella, come gli assetati bramano l’acqua. Diventate servi della Parola, incatenando al Vangelo la vostra vita, diventate servi del corpo di Cristo. Gesù mette nelle vostre mani il suo corpo e il suo sangue, perché lo doniate ai fratelli”. Inoltre Bassetti, parafrasando papa Francesco, ha augurato agli ordinandi diaconi ad avere “coraggio” nell’essere “i diaconi delle periferie, della missione, custodi del servizio e dispensatori di carità”. 

Imitare l’insegnamento di Lorenzo - Il cardinale ha proseguito l’omelia rivolgendosi ai tre ordinandi diaconi e a tutti i fedeli, dicendo loro: “Mentre vi accolgo e vi saluto tutti, sento il compito, come Pastore di questa Chiesa, di affidarci alla protezione e alla celeste intercessione del diacono Lorenzo, ‘colui - come dice la liturgia - che diede la sua vita per la Chiesa, meritando la corona del martirio, per raggiungere in letizia il Signore’… Soprattutto noi, che abbiamo compiti e gravi responsabilità nella Chiesa - vescovi, sacerdoti, istituzioni, fedeli laici - siamo tutti chiamati a seguire gli insegnamenti di Lorenzo e a imitarlo nell’amore di Cristo e dei fratelli… Il suo gesto di indicare nei poveri i tesori della Chiesa, rimane sempre il grande insegnamento da seguire. Lorenzo, come Cristo sulla croce, non grida vendetta, anzi sa perfino essere umorista mentre le fiamme lo divorano… Per noi san Lorenzo rimane il chicco di grano caduto in terra sempre pronto a morire”.

Non salvare solo sé stessi - “Gesù ci avverte che spendere le proprie energie, il proprio tempo, le proprie forze solo per salvare sé stessi – ha evidenziato il presule –, o come si usa dire, per realizzare sé stessi, tutto questo porta a perdersi, ossia porta ad una vita triste e disastrata. Solo se viviamo per il Signore, solo se impostiamo la nostra vita per amore di tutti, senza limite alcuno, appunto come ha fatto Gesù, allora gusteremo la gioia della vita. A che serve guadagnare il mondo intero se non siamo né amati, né siamo capaci di amare? Dice san Paolo nell’Inno alla Carità, che, senza questa, cioè senza l’amore, non serve nemmeno compiere cose straordinarie, anche generose. Ricordiamoci sempre che, solo l’amore non finisce e solo il Signore salva”.

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