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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Capanne

Abusa sessualmente del figlio piccolissimo per anni, padre-orco spedito in carcere

La Squadra Mobile lo ha prelevato all'alba e ammanettato. Condannato a 3 anni e 6 mesi di reclusione. Tutto è cominciato dalla denuncia della compagna

All’alba di ieri, lunedì 26 gennaio 2015, la Polizia di Perugia ha bussato alla sua porta, gli ha messo le manette ai polsi e lo ha portato nel carcere di Capanne. I fatti, all’origine della sentenza eseguita ieri, sono di una particolare gravità e delicatezza, e riguardano abusi e violenze commesse da un padre ai danni di uno dei suoi figli.

Secondo quanto riportato nel provvedimento affidato alla Squadra Mobile per la sua esecuzione, a firma del Sostituto Procuratore Generale presso la Corte d’Appello di Perugia, il dottor Costagliola, un uomo italiano sessantenne, all’epoca dei fatti residente a Bastia Umbra , in diverse occasioni, e più precisamente nel 2001, una seconda volta nel 2001, nel 2002 e infine nel 2004, si è reso responsabile violenza sessuale compiuta ai danni di un minore di anni.

E’ proprio il caso del condannato in questione. La sua vittima non solo è il proprio figlio secondogenito ma, al tempo dei fatti, aveva addirittura la tenera età di 7 anni.

Fu la madre del bambino, compagna dell’uomo, a presentare la querela presso i carabinieri di Bastia. La loro relazione arrivò alla fine e l’indagato venne immediatamente allontanato dal nucleo familiare. Solo ieri, dopo un percorso processuale inesorabile durato anni, l’uomo è stato chiamato a pagare il suo conto con la giustizia. Per tutti l’uomo era un lavoratore instancabile, stimabile e insospettabile. Ma con il secondogenito aveva un’altra faccia. Quella dell’orco.

La pena emessa a carico dell’abusatore, all’esito del doppio grado di giudizio a suo carico, è di 3 anni e 6 mesi di reclusione, oltre alle pene accessorie dell’interdizione perpetua dall’Ufficio di curatore e di tutore.

All’alba di ieri, un blitz degli uomini della Terza Sezione di questa Squadra Mobile (preposta ai reati contro la persona, dallo stalking all’omicidio), diretti dal Dottor Chiacchiera e coordinati dall’Ispettore Capo Sergio Ragni, ha permesso di assicurare alla giustizia il condannato.

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