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Cronaca

Lutto | Scompare Giacomo Borrione, avvocato perugino, grande goliarda e un signore d’altri tempi

Il ricordo del nostro Inviato Cittadino, Sandro Allegrini, sul vulcanico avvocato

È scomparso Giacomo Borrione, membro eminente della cultura e dell’avvocatura perugina. Lo conoscevamo da studente, sempre dinamico e gioioso. Mariottino bello, pieno di amici, col sorriso smagliante e ironico. Ne ricordiamo momenti di vita goliardica, insieme a Luciano Laffranco (con lui in foto), Otello Tavoni e altri colleghi. Una volta (mi pare fosse al vertice del Grifonato) venne “rapito” e si arrabbiò tanto da appellarsi ai diritti del cittadino, violando il codice goliardico. Ma lui era fatto così: uomo di passioni forti e convinzioni radicate, con deciso orientamento di destra, ma da persona equilibrata, sebbene in periodo di forti contrasti. 

L’Inviato Cittadino, che abitava il via della Viola, passava più volte al giorno davanti a via Angusta, dove aveva sede il Fuan, organizzazione giovanile di destra. Potevo vantare una buona amicizia con Renato Smantelli, riferimento ideale della destra perugina, ed ero praticamente “intoccabile”. Renato aveva detto una volta: “Lasciatelo sta’ stó freghino” ed era stato il mio lasciapassare. Per sempre. Giacomo mi apostrofava “Ciao, compagno!” e io rispondevo “Ciao, camerata”. Lo stesso accadeva in quel di Monteluce, dove bazzicavo da ragazzo. La cerimonia amichevole era la stessa. Come avvocato, Giacomo era corretto e leale: difendeva il cliente, ma col necessario distacco: prendeva parte, senza essere di parte.

Dice di lui il collega Marco Brusco: “Se n’è andato un bravo avvocato ma, soprattutto, una persona perbene, un signore d’altri tempi, sempre con la battuta pronta. Ci mancherà”. Giacomo non fece mai mistero delle sue convinzioni e adesioni esoteriche, ma sempre con assoluta discrezione e rispetto per qualsiasi posizione politica o religiosa. Lo ricorda in social Barbara Bacelli, parlando della morte del nonno, Mario Tega. Dice, in sostanza, che venne effettuata una frettolosa cerimonia cattolica, dovuta al fatto che il sacerdote conosceva l’appartenenza massonica del defunto. Giacomo, in un secondo momento (una specie di contro-funerale) recitò il Salmo 133 “noto come il preferito dall’Ordine del Tempio, il Salmo della Vita Fraterna che aveva uno spazio assolutamente preferenziale all’interno della
preghiera del Cavaliere Templare, sia nei numerosi momenti di preghiera sia – e particolarmente – prima della battaglia”, scrive Barbara. Ne diamo la versione in lingua italiana.

“Ecco quanto è buono e quanto è soave che i fratelli vivano insieme! È come olio profumato sul capo, che scende sulla barba, sulla barba di Aronne, che scende sull'orlo della sua veste. È come rugiada dell’Ermon, che scende sui monti di Sion. Là il Signore dona la benedizione e la vita per sempre”. Inutile dire che la commozione suscitata fu enorme. “La scomparsa di Giacomo Borrione – ci ricorda il collega Gino Goti – ha seminato profonda tristezza anche tra i componenti del Panathlon Club Perugia di cui Giacomo era socio da molti anni, nel corso dei quali è stato anche componente del collegio arbitrale del Club”.

E ancora Goti: “Giacomo Borrione, stella d’oro al merito sportivo del CONI, la più alta onorificenza conferita dal Comitato Olimpico Italiano, è stato anche presidente del CUS perugino, presidente del Comitato Regionale di pugilato con importanti incarichi anche nella Federboxe Nazionale”. Da qualche anno, Giacomo frequentava facebook e talvolta commentava i miei servizi. Confesso che il suo elogio mi gratificava. Ero contento anche quando faceva qualche sottolineatura in
dissenso. Di lui resta la figura di grande perugino. Che sarebbe colpevole dimenticare.

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