La pacifica e orgogliosa protesta dei ristoratori in Piazza IV Novembre dopo la chiusura imposta dal Governo
INVIATO CITTADINO La manifestazione di stamane è da additare da esempio a quanti credono che a “far casino” si venga ascoltati di più
Composta manifestazione, in piazza IV Novembre, di addetti al settore della ristorazione. Tutti dotati di mascherine coi loghi delle associazioni. Siamo ben lontani dagli eccessi registrati nelle piazze di altre città. Gli esperti della somministrazione di cibi e bevande hanno manifestato il disagio della categoria, senza distinzione di ruoli: cuochi e camerieri, titolari di fast food e pizzerie, di pub e vinerie. Tanto il problema è unico, sentito e condiviso.
La grave situazione del settore è stata comunicata attraverso cartelli e dispiegamento di apparecchiature. Tovaglie, con manifestini che contengono le scritte delle categorie di appartenenza, stese sulla pavimentazione della piazza. Sopra: piatti, posate e bicchieri di vaglia. Tutto a dimostrare la serietà e il rigore con cui si affronta la crisi. Non senza sfoghi, persuasi e appassionati, di persone che si trovano in situazioni di reale difficoltà, capace di coinvolgere e travolgere migliaia di famiglie. Una persona suona, con la tromba, l’inno nazionale e – forse ironicamente – il “Silenzio”.
Ma tutto fila liscio, nel rispetto delle regole di forma e di sostanza. L’opinione prevalente è che non sia finita qui. I timori sono legati all’evoluzione della pandemia che pare procedere a ritmi esponenziali. Allora, che si fa? Richieste di aiuto, di solidarietà: ai singoli e alla collettività. Perché a soffrire sono in tanti e la società non deve lasciarli soli. La manifestazione di stamane è da additare da esempio a quanti credono che a “far casino” si venga ascoltati di più. E sappiamo che non è vero.