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Cronaca

Bar, ristoranti e pizzerie non vogliono chiudere: lettera aperta al sindaco Romizi. "Decida su spazi all'aperto e sulle rate per pagare il balzello"

"Ci aspettiamo un aiuto concreto dall’amministrazione comunale di Perugia, perché per noi l’emergenza non è mai finita”

Lettera al sindaco Romizi a fare presto per evitare altra moria di ristoranti e bar a Perugia dopo la grave crisi pandemica e ora quella relativa alla Guerra in Ucraina che rischia di minare il turismo e l'occupazione interna. I mandanti della missiva sono Confcommercio Perugia e Fipe Umbria tornano – firmata dal presidente di Fipe Umbria Romano Cardinali e dal presidente di Confcommercio Perugia Sergio Mercuri - dove si chiede con urgenza un incontro chiarificatore in modo da affrontare, nell’immediato, due questioni in questi giorni decisive per i pubblici esercizi: la prima riguarda la possibilità di estendere l’occupazione del suolo pubblico, così come consentito durante la pandemia, a tutto il periodo estivo e per tutte le attività del Comune; la seconda, la possibilità di diluire il pagamento del canone per l’occupazione del suolo pubblico almeno in tre soluzioni. 

"La possibilità di utilizzare più ampi spazi all’aperto - hanno scritto i rappresentanti dei locali pubblici - sarebbe strategica per le imprese non solo per ragioni di sicurezza ma anche economiche, considerando che in questi due anni si sono organizzate per rendere maggiormente accoglienti gli spazi esterni delle proprie attività, con un esborso di risorse che nel tempo dovrà essere ammortizzato onde evitare altri elementi di criticità. Lo hanno capito bene altri Comuni d’Italia che hanno prorogato il piano straordinario dei dehor, come Bologna, Cattolica o Ascoli. E il decreto Milleproroghe, in virtù delle semplificazioni amministrative che prevede, consentirebbe questa possibilità.

Sulla seconda proposta, la ratealizzazione, si attende che Romizi rispetti la promessa fatta: "una prospettiva rispetto alla quale il sindaco ha dichiarato alla stampa la sua apertura, ma che non si è ancora tradotta in fatti normativi concreti. "L’amministrazione comunale di Perugia deve comprendere le ragioni delle imprese che cercano di sopravvivere. Non bastavano due anni di pandemia che hanno azzerato quasi tutto il giro d'affari del settore con conseguenze pesantissime dal punto di vista occupazionale. Quando sembrava intravedersi qualche spiraglio di luce, è arrivata la guerra tra Russia e Ucraina con l’improvviso rialzo dei prezzi delle materie prime e dell’energia che ha fatto ricadere gli imprenditori del settore nella nebbia dell'incertezza. In queste condizioni è difficilissimo continuare a lavorare e dare lavoro. Ci aspettiamo un aiuto concreto dall’amministrazione comunale di Perugia, perché per noi l’emergenza non è mai finita”.

Il Rapporto ristorazione 2021 della Fipe conferma questa situazione gravissima: 194mila professionisti di bar e ristoranti persi in Italia nel periodo della pandemia. Per 6 imprese su 10 il ritorno ai fatturati pre-Covid non arriverà prima del 2023.

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