Fumare da morire, torna alla vita grazie ai medici dell'ospedale di Perugia
"Ho spento l'ultima sigaretta prima di entrare al Pronto soccorso, poi è iniziato il mio lungo calvario". La storia di uomo di 57 anni che dopo anni di dipendenza dal fumo è tornato alla vita
Un calvario iniziato molti anni fa. Una storia di dipendenza e dolore. Il dolore della malattia e di quell’entra ed esci dagli ospedali. “Ho spento l’ultima sigaretta un attimo prima di entrare al Pronto Soccorso dell’Ospedale di Perugia. Avevo un grande dolore al petto, venni i ricoverato per un infarto devastante. Per molti, troppo anni sono stato dipendente dal tabacco. Della mia vita non cambierei nulla, vorrei solo non aver mai iniziato a fumare”.
A raccontare la lunga malattia è Claudio Giovagnoni, un perugino di 57 anni, operaio Enel alla centrale di Pietrafitta. Con il tempo il quadro clinico si è aggravato per l'insorgere di altre importanti patologie. “ So di aver rischiato più volte la vita , ma adesso mi sento bene, quasi vorrei fermare il tempo”. Da qui la decisione di intervenire chirurgicamente e impiantare un cuore artificiale. Oggi, 30 aprile, dopo tre mesi di degenza è potuto finalmente tornare a casa.
Protagonista importante di questa lunga storia anche il dottore Isidoro Di Bella, cardiochirurgo che assieme al professore Temistocle Ragni ha eseguito il complesso intervento: “ Nei mesi in cui sono stato ricoverato ho trovato sulla mia strada medici e personale infermieristico speciali, un lungo elenco di professionisti, scrupolosi e generosi nei miei confronti. Li ho abbracciati ad uno ad uno; ne cito alcuni, i dottori Alunni e Sapia , il professore Ambrosio, e poi il dottore Be Bellis, che non mi ha mai nascosto la verità, ma sapeva farmela accettare”.
Giovagnoni, che è il terzo paziente umbro al quale in meno di due anni è stato impiantato un cuore artificiale, in segno di gratitudine ha voluto fare dono al personale delle Strutture sanitarie che lo hanno assistito, delle migliori fotografie della sua collezione, raffiguranti scorci di paesaggi, monumenti, piante e fiori. Fotografie che in passato gli hanno permesso di ricevere numerosi riconoscimenti in mostre e concorsi. Domenica prossima è stato invitato a fare una testimonianza sulla sua esperienza nella chiesa di Castel del Piano :"La fede non ha mai vacillato, neppure nei momenti peggiori, e di questo parlerò domenica, invitato a farlo dal parroco, Don Francesco. Per la verità ho scritto anche a papa Francesco, e spero ancora in una sua telefonata. Vorrei solo dirgli che non ho mai avuto paura della morte”.