Fatture false per i fondi pubblici per la fattoria didattica, il mulino e l'impianto fotovoltaico: condannati
La Procura contabile dell'Umbria contestava la indebita percezione di quasi 800mila, i giudici riconoscono un danno erariale della metà
La Procura contabile dell’Umbria ha citato in giudizio due persone contestando l’indebita percezione di quasi 800mila di contributi pubblici nel settore dell’agricoltura e della zootecnia.
Secondo l’accusa avrebbero incassato 335.555,62 euro dell’Unione europea, 298.949,56 euro dal Ministero delle politiche agricole e 128.121,25 euro dalla Regione Umbria, per un totale di 762.626,42 euro, attraverso una serie di fatture false per lavori, acquisti di beni e altre spese.
Tra le contestazioni la realizzazione di una fattoria didattica, un impianto fotovoltaico, un mulino con impianto di stoccaggio di cereali, una macchina insaccatrice e la ristrutturazione di un fabbricato con installazione di pannelli fotovoltaici.
Secondo la Procura contabile i due, difesi dall’avvocato Alessandro Bacchi, avrebbero ottenuto i finanziamenti attraverso false fatturazioni per operazioni inesistenti, l’interposizione di un soggetto di diritto rumeno, cioè una società che avrebbe acquistato i macchinari, ma senza versare l’Iva.
Identiche accuse hanno portato in tribunale i due, anche se alcune ipotesi di reato sono state archiviate.
I giudici contabili hanno riconosciuto un danno erariale pari a 319.100 euro, cioè al solo importo delle fatture ritenute false, equivalente alla metà della contestazione. I giudici hanno anche convertito il sequestro dei beni già deciso in altra sede, in pignoramento per la successiva vendita all’asta con il recupero delle somme da parte dello Stato.