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Cronaca

Fa perdere a testa agli anziani e poi svuota il conto corrente: badante sotto processo

Sono tre le vittime che hanno consegnato oltre 100mila euro per aiutare la donna in una finta lite giudiziaria per un'eredità o per aiutare la figlia inesistente a disintossicarsi

Truffa ed estorsione. Sono le accuse mosse dalla Procura di Perugia ad una donna per aver sottratto denaro, con l’inganno e le minacce, a tre anziani che assisteva e con i quali aveva iniziato una relazione sentimentale.

La donna, difesa dall’avvocato Vittorio Lombardo, è accusata di aver “falsamente rappresentato alle persone offese”, tre uomini si sono costituiti parte civile tramite l’avvocato Pietro Giovannini, “di avere necessità di denaro per assistere la figlia ricoverata in una comunità per tossicodipendenti, al nord Italia” e quindi di aver bisogno di soldi per viaggiare e “per affrontare spese legate a una inesistente divisione ereditaria in corso in Algeria, altresì carpendo la buona fede delle vittime, con le quali al contempo instaurava una relazione affettiva e sentimentale e promettendo loro la restituzione delle somme ricevute”.

Dalle prime due vittime, firmando anche cambiali, avrebbe ricevuto 90mila euro, 70mila euro dal primo e 20mila dal secondo.

Una terza vittima sarebbe stata raggirata, sempre con la storia della figlia in disintossicazione e dell’eredità contesa in Algeria, fino a convincerla a consegnare un primo sostegno economico di 75mila euro e poi altri 12mila euro, sottoscrivendo un finanziamento per l’acquisto di un’autovettura.

La Procura contesta anche l’aggravante di aver approfittato di persona in età avanzata, le vittime hanno tra gli 85 e gli 89 anni, “tale da ostacolare la privata difesa e di aver arrecato un danno patrimoniale di rilevante gravità”.

I fatti contestati sarebbero avvenuti tra il 2008 e il 2013.

L’estorsione, secondo la Procura di Perugia, si sarebbe concretizzata in un caso, ovvero quando la donna “con minaccia consistita nel contattarlo a mezzo telefono con insistenza, nel pedinarlo e nell’appostarsi presso la sua abitazione, anche seguendolo e introducendosi all’interno della di lui autovettura al fine di poter colloquiare” con lui e richiedergli ulteriore denaro, “minacciando di compiere gesti di autolesionismo”, avrebbe cercato di farsi consegnare altro denaro da una delle vittime.

Piano che non le riusciva perché l’uomo si rivolgeva alla Polizia e otteneva prima l’ammonimento a essere lasciato in pace e poi alla luce di un’ulteriore denuncia l’avvio del procedimento giudiziario che è culminato nel processo davanti al I Collegio del Tribunale di Perugia.

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