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Cronaca

Entra nella casa dove la ex lavora come badante e la picchia con il cellulare sulla testa: a processo

L'uomo ha scavalcato la recinzione e forzato una finestra per entrare. La donna colpita anche con calci e schiaffi

Entra di notte nella casa dove la ex lavora come badante e l’aggredisce. In primo grado viene condannato a 9 mesi di reclusione oltre il pagamento delle spese processuali. Adesso prova a ottenere lo sconto in appello.

L’uomo, un peruviano di 42 anni difeso dall’avvocato Carlo Bizzarri, è accusato di lesioni e violenza privata (l’accusa di violazione di domicilio non è stata contestata in quanto manca la querela) “perché con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, dopo aver scavalcato la recinzione della villetta” di proprietà della famiglia dove la ex lavorava come badante, “riusciva a fare ingresso nella stanza” della donna “e contro la volontà della stessa e all’insaputa” dell’anziana assistita “dopo aver inveito contro la donna e averla insultata, le metteva la mano sulla bocca per impedirle di urlare e la scaraventava a terra, mettendole una mano sul collo, la picchiava colpendola con pugni e schiaffi e la colpiva con il cellulare sulla nuca” provocandole una ferita al cuoio capelluto e contusioni alle mani, “dalle quali derivava un impedimento di malattia giudicato guaribile in 10 giorni”.

I fatti sono avvenuti a Perugia nella notte tra il 16 e il 17 febbraio del 2015.

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