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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Mistero in via Torelli, chi era Mirella Ines Rosa di Rella. Molte questioni da chiarire. Il conto in banca intatto e attivo, la cassetta della posta regolarmente svuotata

E' deceduta nel 2019 ma troppe cose non tornano: in corso una indagine da parte delle forze dell'ordine

Chi era Mirella Ines Rosa di Rella. Una eritrea nata in Asmara il 21 ottobre 1937, poco dopo che, con la conquista dell’Abissinia, tutte le colonie italiane del Corno d’Africa furono unificate nella cosiddetta Africa Occidentale Italiana (AOI, 9 maggio 1936). Nella Capitale etiope Mirella aveva studiato, conseguendo il titolo di insegnante elementare. Col trasferimento in Italia (Ruvo di Puglia) aveva esercitato il ruolo di maestra. Attiva anche nel capoluogo umbro, era nota e apprezzata per il rigore e la serietà con cui espletava le funzioni educative e didattiche. Aveva prestato servizio anche presso la scuola elementare Enzo Valentini. All’Elce ci sono ancora ex alunni che la ricordano con riconoscenza. Anche dopo il pensionamento, aveva continuato a vivere nell’appartamento di via Torelli insieme all’anziana madre. Dopo il decesso di quest’ultima, essendo in non buone condizioni di salute (era una fumatrice accanita), conduceva vita riservata, in compagnia di qualche felino e con l’aiuto di una badante.

Mistero in Via Torelli sulla morte della Maestra Mirella Ines Rosa Rella

 

(foto esclusive Sandro Allegrini)

Scomparsa dai radar dei condomini del palazzo di via Torelli, se ne ipotizzava il decesso. Avvenuto (sappiamo oggi) in data 21 agosto 2019, senza che in città se ne avesse notizia. A quanto risulta, funerali a Perugia non sono stati fatti. Le esequie sarebbero avvenute, probabilmente, nel capoluogo lombardo. Il suo appartamento era chiuso da tempo e l’amministratore Roberto Cherubini, non ricevendo i versamenti delle quote, aveva attivato le procedure di riscossione coattiva con le normative di legge, tramite una ricerca affidata a un legale di fiducia. Ieri l’operazione di ingresso dei Vigili del Fuoco, accompagnati dai Carabinieri, allertati da parte dei condomini e dell’amministratore, preoccupati per il cattivo odore che usciva da quell’appartamento. 

Via Torelli. Il mistero della signora scomparsa e il tanfo insopportabile al civico 49. Condomini allarmati. Mirella Di Rella è viva o morta?

Qualcosa che non torna. La corrispondenza regolarmente ritirata. Nel periodo successivo al 2019 qualcuno ha continuato a venire in via Torelli. Ad esempio, la cassetta della posta veniva regolarmente svuotata. Altrimenti, in oltre un triennio, sarebbe letteralmente esplosa. Il conto in banca è ancora attivo. Risulta che il deposito bancario sia ancora presente, anche se non movimentato. Peraltro, l’anonimo che veniva a svuotare la cassetta postale ha lasciato in bella vista un foglietto di tono intimidatorio, stampato al computer, in cui lamenta che qualcuno avrebbe aperto e rimesso in cassetta un estratto conto bancario. Minacce di denuncia a carico dei “violatori”.

Qualcosa da nascondere? Chissà. Coda di paglia? Quel foglietto che minaccia denunce non è stato certamente scritto da Mirella né da suoi parenti. Dato che, almeno a quanto è dato sapere, la signora non ha lasciato discendenti né parenti di sorta. Di certo non in Italia. Altrimenti si sarebbe aperta la successione per entrare in possesso dell’appartamento e dei risparmi in banca che si immaginano consistenti, data la vita discreta e senza fronzoli che Mirella ha sempre condotto, pur godendo di una pensione di livello medio-alto.

INDAGINE IN CORSO

Ci si chiede se qualcuno, non avendo titolo e non riuscendo a impossessarsi di risparmi e titoli in banca, abbia magari continuato a riscuotere la pensione stessa. Ovviamente, godendo di una delega a riscuotere. Sono questioni da accertare. Certo è che la pensione non viene accreditata sul conto corrente. E, se viene ancora percepita (circostanza tutta da verificare), la riscossione avviene tramite i servizi postali. Indagini a tutto campo. Su questo e su altri aspetti di non minore rilevanza saranno chiamati a indagare quanti hanno il compito di farlo. Di certo i carabinieri hanno segnalato la questione a chi di dovere. Come è giusto e normale che sia.

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