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Cronaca

Caro-bollette, situazione drammatica: Cva, piscine e palestre non hanno soldi. "Pronti a chiudere fino a primavera"

Gestori, associazioni sportive e amministratori dei centri socio-culturali perugini in commissione parlano di un disastro imminente a discapito di cittadino, sportivi e fasce deboli. Lo sconforto dell'assessore Giottoli: "Serve l'aiuto statale ed Europeo"

Il caro-bollette - ancora senza una soluzione unitaria e senza sostegni da parte dell' Europa e dell'Italia che attende la formazione del Governo Meloni - non rischia di far saltare solo l'economia (aziende, negozi e ristoranti) ma inciderebbe pesantemente anche sul mondo del tempo libero e dello sport. Società e associazioni che gesticono palestre, palazzetti, campi da calcio, piscine e circoli vari anche a Perugia hanno visto arrivare bollette di luce e riscaldamento con aumento del 400 per cento.

Hanno un autonomia massima di due mesi e poi saranno costrette a chiudere fino a primavera inoltrata o ridare direttamente le chiavi al Comune con il quale hanno stipulato una convenzione. Non hanno la forza, senza aiuti diretti, di poter reggere un intero inverno: il periodo con maggiori costi in assoluto. Il grido d'allarme è risuonato oggi in commissione a Palazzo Cesaroni dove sono stati ascoltati gestori, società e associazioni sportive e anche i responsabili dei tanti Cva perugini che rappresentano la casa sociale e cultura dei cittadini nelle frazioni e nelle periferie urbane della città.

Antonello Volpi, presidente della società Azzurra, che ha in gestione una decina di piscine in tutta l’Umbria, ha spiegato che per mantenere i parametri imposti dalla legge i gestori degli impianti natatori sono costretti a farsi carico di importanti costi. Tali spese, con gli aumenti dovuti alla contingenza (crisi economica, crisi energetica, ecc.) stimabili in 10- 15mila euro al mese per piscina, sono diventati insostenibili. Ecco spiegata la comunicazione inviata al Comune di Perugia che preannuncia l’ipotesi della chiusura degli impianti per il periodo invernale.

Mensilmente – ha rimarcato Volpi – negli impianti gestiti da Azzurra vi sono tra 500 e 700 utenti. Le eventuali chiusure, dunque, sarebbero devastanti per l’utenza e per i lavoratori impegnati nel comparto. per sopravvivere 6 mesi il comparto (21 piscine) ha bisogno di circa 2 milioni di euro: ecco perché si chiede di aprire un confronto con le istituzioni.

Il presidente dell’associazione ricreativa Montelaguardia Cesare Rotini ha spiegato che a fronte di bollette di marzo e maggio di 1700 euro l’associazione ha incassato 990 euro, operando in perdita e la situazione ovviamente è destinata a peggiorare. IL consiglio dell’associazione ha deciso dal prossimo 23 ottobre di garantire solo l’apertura e chiusura delle sale ma senza accendere il riscaldamento. 

Per Loreno Mercanti, presidente del Coordinamento Centri Socio Culturali del Comune di Perugia, esiste un effettivo problema di gestione delle strutture socioculturali comunali legato prima alle restrizioni covid ed oggi all’aumento delle spese energetiche con bollette quadruplicate, impossibili da coprire con le tessere d’iscrizione. Ciò mette a rischio l’attività che i centri garantiscono soprattutto in favore delle famiglie meno abbienti e degli anziani a prezzi calmierati; per tale ragione servono per scongiurare una contrazione dei servizi risorse circa 50mila euro.

Impossibile per il comune dare rassicurazioni o speranze di sostegni mirati, l'assessore Gabriele Giottoli ha amesso che oggi affrontare questa situazione drammatica senza aiuti da parte dello Stato è impensabile, perché lascia i Comuni da soli in un viaggio ad occhi chiusi senza soluzioni praticabili. L’auspicio, pertanto, è che il prossimo Governo nazionale, quanto prima, metta questo tema al centro della sua agenda.

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