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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca

Cartella esattoriale da 300mila euro, ma Equitalia sbaglia le notifiche e i crediti sono prescritti

Imprenditore vince in Cassazione sulle contestazioni di tasse e sanzioni non pagate e Iva non versata

Equitalia dà la caccia all’imprenditore per tasse non pagate, Iva non versata e sanzioni eluse, ma sbaglia i tempi e finisce a dover pagare 15mila euro di spese processuali.

L’imprenditore, difeso dall’avvocato Alessandro Bacchi, si era visto notificare una cartella esattoriale per 334mila euro: lo Stato gli chiedeva di pagare tutto quello che non avrebbe versato nel tempo.

Il ricorso contro la richiesta di pagamento, incentrato su una serie di vizi di notifica e sull’intervenuta prescrizione, veniva respinto in prima istanza. Forte di questa pronuncia Equitalia avviava il pignoramento dei beni dell’uomo.

In appello, però, le eccezioni della difesa prendevano forza e i giudici ribaltavano il primo verdetto, annullando cartelle esattoriali e pignoramento.

L’agenzia delle tasse, a questo punto, avviava due distinte azioni: da un lato proponeva ricorso per Cassazione contro l’annullamento di sanzioni e pignoramento in appello; dall’altro intraprendeva una nuova causa, ma sempre per gli stessi debiti (dichiarati prescritti e con notifica errata dai giudici di secondo grado).

La Cassazione è stata la prima a pronunciarsi, respingendo il ricorso di Equitalia e confermando la prescrizione dei crediti e l’errata notifica nel tempo delle richieste esattoriali. I giudici hanno anche condannato l’ente a pagare le spese processuali e legali.

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