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Cronaca

Droga e clan, la lotta dura sta premiando: "Pusher in fuga per non perdere soldi e libertà"

Nel giorno del convegno "Mafia e droga, allarme in Umbria" il prefetto fa il punto sul lavoro delle forze dell'ordine dopo la ribellione dei cittadini e delle istituzioni allo strapotere dei clan dello spaccio e alla lunga mano delle mafie. Finalmente arrivano segnali positivi

La collaborazione dei cittadini, il nuovo impegno del Comune e il lavoro incessante - sui grandi flussi in particolare - delle forze dell'ordine stanno dando quei frutti sperati da tutti: meno spacciatori, meno zone franche e meno acquirenti provenienti da tutto il centro italia consapevoli che da noi si possa acquistare sempre e senza tanti problemi.

Nel giorno del convegno la “Mafia e droga, allarme in Umbria”,  organizzato alla Sala dei Notari di Perugia e promosso dal presidente della Commissione d'inchiesta regionale sui fenomeni di criminalità e tossicodipendenze, Paolo Brutti, in collaborazione con l'Ufficio scolastico regionale. Il prefetto Antonella De Miro ha snocciolato dati sulla lotta alla droga ma anche ribadito quello che era già trapelato dagli addetti ai lavori: Perugia non è più considerata zona franca dello spaccio.

"Da quando Perugia ha dato segni di inasprimento dei controlli c'è stato uno spostamento dei traffici altrove, specialmente su Livorno": ha ribadito il Prefetto che ha quantificato cosa si intende per maggiori controlli dopo lo strapotere anche violento dei clan della droga italiani e stranieri "Sono stati intensificati i servizi di polizia e l'espulsione di stranieri spacciatori. Emessi centinaia di fogli di via obbligatori. Ben 83 soggetti sono sottoposti a sorveglianza speciale. Sono state portate a termine operazioni clamorose, come quella denominata 'Show must go on', con lo smantellamento di un'organizzazione che faceva transitare partite di droga da Saronno a Genova e poi a Perugia, il cui capo era in Olanda e si avvaleva, su Perugia, di un capo tunisino".

Droga e mafia sono problemi collegati in Umbria e le infiltrazioni non sono solo ipotesi ma realtà: "Ricordo - ha continuato il prefetto - che a Perugia sono stati arrestati ndranghetisti e camorristi che risiedevano proprio qui. Questa è terra di riciclaggio di denaro e questi soggetti si inseriscono silenziosamente, senza dare scandalo. Per vincere queste battaglie servono, oltre all'operato delle forze dell'ordine, azioni condivise anche da istituzioni, scuole e strutture sanitarie. Solo così si intacca la pesante connessione tra droga e mafia". 

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