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Cronaca

Colpo grosso della Polizia: dietro le sbarre la banda dei finti funzionari delle Entrate: in tanti truffati

Un gruppo criminale, formato da soli italiani, era soliti spennare anziani spacciandosi per funzionari del Tribunale o delle Agenzie delle Entrate. Tutti i derubati avevano un punto in comune..

Colpo grosso della Polizia di Perugia. Assicurata alla giustizia Una banda di truffatori, tutti italiani, che si fingeva, di volta in volta, funzionari di Organi Istituzionali quali l’Agenzia delle Entrate o cancellieri del Tribunale Penale di Roma e Milano, per “estorcere” ingenti cifre di denaro soprattutto dai risparmi di anziani soli. Le indagine - denominata "Saldo a Stralcio" coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Perugia - è partita dalla denuncia sporta da un perugino che, dopo essere stato più volte contattato al telefono per presunti insoluti relativi ad abbonamenti editoriali, a seguito di pressanti richieste, aveva ceduto alle minacce della banda, versando, in più soluzioni, oltre 30mila, denaro poi in parte recuperato grazie al tempestivo intervento della Polizia Postale delle Comunicazioni in sinergia con Poste Italiane.

Le decine di vittime colpite in tutt’Italia presentavano un tratto in comune: costoro risultavamo essere abbonate, negli anni precedenti, a riviste di vario genere. Si ipotizza dunque che, in un successivo momento alla sottoscrizione degli abbonamenti editoriali, il gruppo criminale scoperto con la presente attività investigativa sia venuto in possesso
illegittimamente dei dati “sensibili” delle vittime.

Dopo le telefonate intimidatorie seguivano all’indirizzo delle vittime l’invio di mail contenenti i dati bancari dei conti del gruppo che riportavano  l’immancabile dicitura “chiusura pratica editoriale a saldo-stralcio”, da qui il nome dell’operazione della Polizia. Il danno complessivo arrecato alle varie parti offese, in pochi mesi, ammonta ad oltre 500mila euro.

L’attività investigativa è stata suffragata da intercettazioni telefoniche, pedinamenti e perquisizioni: quest’ultime hanno
permesso di sequestrare gli apparati telefonici utilizzati dall’organizzazione e dotati di Sim fittiziamente intestate, che
venivano accesi solo in concomitanza delle telefonate minatorie. Il G.I.P. del Tribunale di Perugia ha emesso 6 ordinanze di custodia cautelare in carcere, confermate dall’autorità giudiziaria di Milano, competente per territorio.

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