La doccia fredda, anzi gelata, alla fine è arrivata. E se in tanti ci speravano sulla proclamazione di Perugia Capitale della cultura 2019, forse, in pochi ci credevano realmente. Sì perché, tra le motivazioni che hanno spinto i giudici a optare per Matera è stata anche la mancanza di partecipazione da parte della popolazione all’ambizioso progetto. Una dura critica, quindi, ma non del tutto inaspettata. C'è chi, infatti, come il Movimento5Stelle aveva già tirato in ballo il problema.

In quelle 28 pagine, i giudici hanno voluto mettere al patibolo anche i perugini, o meglio, chi non ha saputo coinvolgerli. E se da una parte è stato apprezzato il piano strategico culturale della città, dall’altra, invece, sono sorti i dubbi sul budget per quel 24% di sponsor privati. Secondo, infatti, la giuria una cifra troppo sostanziosa che avrebbe potuto mettere a rischio l’intero progetto. 

A non giocare a favore anche quel tanto acclamato “patto” stilato con Assisi. Spalmare, infatti, una parte della realizzazione dei progetti sul territorio regionale, pare non abbia giovato alla città di Capitini.  Realizzare le opere sarebbe stato assai difficile. Per non parlare poi del programma che, tradotto in tre temi, non ha comunque convinto la Giuria dato che lo ha considerato poco coerente con una visione artistica. Dopo la delusione della mancata vittoria, non resta che fermarsi a riflettere su quelle immagini che vedono ritrarre i cittadini di Matera davanti un mega schermo esultanti, chiedendosi: “Se avessimo vinto noi ci saremmo comportati alla stessa maniera o avremmo continuato a camminare per i banchi espositivi DI Eurochocolate?” Chissà…