Scontri dopo la partita, parte la colletta per gli ultrà spediti in Tribunale
Si disputò il 24 novembre il match che vide le tifoserie del Perugia e dell'Ascoli scontrarsi proprio fuori il Curi. Ad essere indagati numerosi tifosi, ma c'è chi non ci sta e aiuta i proprio "fratelli" con una raccolta fondi
Una semplice scritta “…per chi non può venire”. Una frase che termina con un grande punto esclamativo. Le cinque parole appaiono su uno striscione presente ogni domenica al Curi, dedicate a chi allo stadio non può proprio più mettere piede.
Tutto parte dal quel “maledetto” 24 novembre, quando le tifoserie di Perugia e Ascoli diedero vita a una “guerriglia” proprio fuori dal Curi, a seguito di un match a tratti falloso e nervoso che ebbe come unica colonna sonore gli incivili cori a sfondo razzista, da parte della squadra ospite, nei confronti di Fabinho.
Sono ormai passati tre mesi e, mentre la Digos, guidata da Francesca Moretta, cerca i colpevoli visionando video su video, c’è chi, in un perfetto clima di “fratellanza” lancia la raccolta fondi proprio allo stadio con l’unico scopo di racimolare un po’ di denaro per chi è rimasto coinvolto e adesso si ritrovo indagato e ad affrontare una situazione che è non è di facile gestione.
Uniti hanno così deciso di stampare degli adesivi che venderanno ogni domenica allo stadio al prezzo modico di un euro. Nel frattempo lo striscione rimane appeso esprimendo la più grande vicinanza a tutti coloro che non possono più andare a vedere il loro Grifo.
IL RACCONTO DEL 24 NOVEMBRE - La Digos ha arrestato un tifoso dell'Ascoli dopo il turbolento dopo partita con il Perugia che ha visto la Polizia evitare la mega-rissa tra le due tifoserie che in due circostante sono giunte a contatto tra loro. L'ultrà marchigiano - 22 anni - ha colpito con un manganello telescopico un agente di polizia durante le concitati fasi del "primo attacco" avvenuto nell'area dello stadio vicina alla pista di pattinaggio di Pian di Massiano. Il giovane è stato arrestato è sarà giudicato con rito abbreviato dal Tribunale di Perugia domani mattina - 25 novembre. Il marchigiano dopo aver colpito il poliziotto ha provato a nascondersi tra gli altri tifosi sperando di non essere scoperto forte del fatto che aveva colpito alla vigliacca: volto coperto da una sciarpa e cappellino. Mentre sono decine i tifosi perugini che sono in fase di identificazione da parte delle forze dell'ordine dopo il lancio di sassi contro due pullman dei tifosi dell'Ascoli (oltre 500 giunti in Umbria per la partita): numerosi i vetri andati in frantumi. La sassaiola ha colpito ferendoli anche sei agenti di Polizia. L'aggressione in questo caso è avvenuta in direzione Cortonese. Un centinaio i perugini che attendevano il passaggio dei pullman degli ospiti. La Digos è riuscita nell'impresa di arginare le follie dei perugini e degli ascolani garantendo a pieno l'ordine pubblico. Sono stati lanciati alcuni fumogeni per disperdere i violenti.
GLI ULTIMI INDAGATI - Le indagini sono continuate e la Digos visionando i filmati del sistema di videosorveglianza dello stadio ed effettuando la disamina e comparazione di fotogrammi elaborati da personale di Polizia Scientifica, è riuscita a ricostruire le fasi salienti dell’aggressione, identificando così i soggetti co i volti travisati. A conclusione di una prima fase investigativa sono stati pertanto denunciati all’Autorità Giudiziaria 9 tifosi perugini, dell’età compresa tra i 20 e i 28 anni, tutti appartenenti ai gruppi organizzati della locale tifoseria ultrà, ritenuti responsabili a vario titolo dei reati di rissa, “travisamento”, uso di oggetti contundenti nell’ambito di manifestazioni sportive. Nei loro confronti sono state avviate le procedure amministrative per l’irrogazione del provvedimento Daspo. A finire nei guai per lo stesso motivo anche alcuni tifosi dell’Ascoli per i quali si sta procedendo all’identificazione.