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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Centro Storico / Corso Pietro Vannucci

Vende la dose killer di eroina che uccide un giovane: preso pericoloso spacciatore latitante

Arrestato e portato a Capanne, è un pluripregiudicato tunisino attivo nel mercato della droga di Perugia

Beccato, ammanettato e portato direttamente a Capanne. Nel pomeriggio di lunedì 12 gennaio la Polizia ha individuato e assicurato alla giustizia un pericoloso pluripregiudicato tunisino, Saber Mansouri, trentenne tunisino domiciliato a Perugia.

Secondo gli inquirenti è uno dei maggiori sospettati nell'overdose di un giovane tossicodipendente viterbese, e sarebbe stato responsabile, inoltre, di circa “quaranta” cessioni di “eroina” e/o “cocaina”, tutte attentamente documentate.

Il nordafricano e la droga killer. Il 27 settembre 2012, M.L. muore per overdose a Viterbo. Le indagini si concentrano subito sui contatti telefonici del giovane tossicodipendente deceduto: emerge il nome di tale “Chichi”, pusher perugino che riforniva il ragazzo e altri di “eroina” e “cocaina” durante i loro viaggi a Perugia. La sera prima della morte del giovane, secondo la ricostruzione investigativa dei carabinieri, l’utilizzatore dell'utenza cellulare sotto controllo lo avrebbe rifornito di “eroina”, la cui assunzione lo avrebbe poi ucciso. Da questo fatto è nata una ricostruzione dettagliata di numerosissimi episodi di spaccio e a carico di un gruppo di soggetti maghrebini, tutti utilizzatori delle medesime schede telefoniche ed in maniera ben organizzata.
All’esito delle indagini, coordinate dal sostituto procuratore Formisano, il Gip di Perugia Semeraro, anche in considerazione della lunga lista di precedenti, nell'ottobre del 2014 ha emesso un provvedimento di custodia cautelare in carcere.

Così è partita la caccia. A tradire il nordafricano, sparito dalle scene da un po', la volontà di non perdere il giro di clienti a Perugia. Fondamentale, per catturarlo, lo scambio di informazioni tra le forze dell'ordine, grazie al quale gli agenti della Squadra Mobile – Sezione Seconda “Contrasto alla Criminalità Diffusa”, diretti da Marco Chiacchiera e coordinati da Roberto Roscioli, e il personale del Reparto Prevenzione Crimine Umbria–Marche, nel corso di un servizio in centro storico volto alla repressione dello spaccio di sostanze stupefacenti e mirato nei confronti dei pusher di origine maghrebina, hanno individuato e catturato il latitante, accompagnandolo poi a Capanne, dopo la notifica del provvedimento restrittivo pendente a suo carico.

Il “curriculum” criminale del nordafricano è di una certa consistenza: nonostante sia giunto a Perugia da Lampedusa solo nel 2009 conta già diversi arresti in flagranza di reato sia per spaccio di droga, sia per violazione delle norme sull’immigrazione, oltre a diverse segnalazioni all’Autorità Giudiziaria per reati vari, nonché a diversi provvedimenti di espulsione del Questore di Perugia, sempre inottemperati. E ancora: lo scorso gennaio 2013, riportano le forze dell'ordine, le due titolari di un noto “african shop” di Fontivegge vengono aggredite, minacciate con un coltello, schiaffeggiate e derubate dell’incasso da 7 giovani maghrebini: il Mansouri, secondo la ricostruzione fatta dagli agenti dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico – Sezione “Volanti”, è uno dei principali sospettati di questa rapina, e da allora si era già reso irreperibile, ben consapevole di essere nel mirino della Polizia. Di più: nel 2010 venne arrestato, sempre dalle “Volanti”, per clandestinità e denunciato per “invasione di edificio”, in quanto venne sorpreso all’interno di un appartamento di questa via Sant’Agata, dove bivaccava dopo aver forzato la porta d’ingresso. Risale soltanto a qualche mese precedente un arresto analogo, sempre per la violazione del Testo Unico sull’Immigrazione, operato anche in quel caso dai poliziotti della Squadra Mobile.  

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