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Martedì, 16 Aprile 2024
Cronaca Piazza Grimana

Arco Etrusco, piazzati tanti piccoli occhi sempre attivi: ecco a cosa servono

Ma cosa sono, e a cosa servono, quegli strani tubi che sembrano periscopi e occhieggiano tra i conci dell’Arco Etrusco? E cosa sono quegli altri piccoli oggetti nascosti tra le fessure, ai limiti dell’arco?

Ma cosa sono, e a cosa servono, quegli strani tubi che sembrano periscopi e occhieggiano tra i conci dell’Arco Etrusco? E cosa sono quegli altri piccoli oggetti nascosti tra le fessure, ai limiti dell’arco?

Più d’uno ce lo chiede e ci siamo documentati. Quelle specie di periscopi sono dei punti fissi, dotati di specchietti. All’ingresso del primo campetto di piazza Grimana (dove si tiene il mercatino) si nota un manufatto in mattoni. Quello costituisce il punto fisso sul quale piazzare un teodolite o strumento topografico che consente di rilevare se ci siano stati spostamenti. Qualcuno avrà notato che le vecchie spie in vetro tra le varie pietre sono sparite, tranne qualcuna sfuggita per distrazione. Un tempo, a questi vetrini era affidato il compito di mostrare, rompendosi, che era avvenuto qualche spostamento. 

Perugia, Arco Etrusco sotto osservazione: piazzati tanti piccoli occhi sempre attivi

Tra i ragazzini più discoli (tra i quali chi scrive) si divertivano a farle oggetto di tirassegno con le fionde e qualche volta riuscivano a beccarle. Oggi la tecnologia consente rilevazioni più sofisticate e precise. E anche i ragazzini non sono forse più così discoli. Ecco a cosa servono quella dozzina di “occhi” sull’Arco Etrusco.

Per quanto riguarda invece il secondo tipo di rilevatori, assai più piccoli (è difficile vederli a occhio nudo e li abbiamo ottenuti per gentile concessione del geometra Sergio Vergoni che ha ricoperto il ruolo di direttore di cantiere nella delicata fase di restauro) si tratta di rilevatori di micromovimenti e hanno lo scopo di rilevare e spedire. Come, dove e a chi? Via cavo, a una centralina, posizionata nella loggetta del torrione di sinistra, alla quale è affidato il compito di ricevere e archiviare. Ecco spiegato il mistero dei tanti “occhi” che vigilano sul maggior monumento etrusco cittadino.

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