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Cronaca

Aggredite due assistenti sociali del Comune e una finisce in ospedale: dovevano portare un minore in una casa famiglia

L'Ordine professionale: “Serve attivare nuovi sistemi organizzativi e strategie metodologiche da parte di tutte le Istituzioni coinvolte nella tutela minori per gestire e prevedere le criticità al fine di prevenirle"

Minacciate e picchiate due assistenti sociali che operano a Perugia durante l'esecuzione di un decreto del Tribunale che prevedeva di portare in una casa protetta un minore. Le due professioniste svolgono la loro attività in uno degli Uffici della Cittadinanza del Comune di Perugia. La notizia è stata diramata dall'ordine degli assistenti sociali umbri; non si tratta di un caso isolato ma di  un fenomeno violento che si sta via,via intensificando a discapito degli operatori od operatrici della categoria professionale.  L'episodio di aggressione “ha visto coinvolte due colleghe Assistenti Sociali, che svolgono la propria attività professionale presso in uno degli Uffici della Cittadinanza del Comune di Perugia”, spiega l’Ordine in una nota. “In ottemperanza a quanto disposto da un decreto immediatamente esecutivo del Tribunale per i Minorenni dell'Umbria, le colleghe hanno eseguito un allontanamento di una minore dal proprio nucleo familiare, con collocamento in idonea casa famiglia.

Durante l'esecuzione del Decreto, era presente il personale del CSM di Perugia e l'Ufficio Minori della Questura di Perugia, che aveva il compito di notificare il Decreto, prestare assistenza ai Servizi Sociali nel corso dell'esecuzione del provvedimento e riferire circa l’osservanza dello stesso. Notificato il Decreto e messa in protezione la minore, le colleghe Assistenti Sociali si sono ritrovate sole insieme alle operatrici del CSM nel terminare il proprio intervento, quando le colleghe sono state aggredite. In particolare, una collega Assistente Sociale ha subito anche un'aggressione fisica tale da necessitare successivamente l'intervento degli operatori sanitari”.

Da parte dell’Ordine, con il presidente ed i Consiglieri, immediata vicinanza e solidarietà è stata espressa alle persone coinvolte. “Gli Assistenti Sociali svolgono un lavoro complesso, a contatto quotidiano con sofferenza, difficoltà e disagio, che li espone a rischi concreti in contesti che possono divenire anche violenti. E’ evidente che nei nostri servizi si scarica la sfiducia e la rabbia dei cittadini nei confronti delle istituzioni, complice anche una crisi economica prima e lo scaturirsi di una pandemia mondiale ancora in atto che, almeno per quanto riguarda le conseguenze sui Servizi Sociali, sembra non avere fine”.

Per l'Ordine “serve attivare nuovi sistemi organizzativi e strategie metodologiche da parte di tutte le Istituzioni coinvolte nella tutela minori per gestire e prevedere le criticità al fine di prevenirle; così come serve investire in risorse professionali, nella formazione continua e nella supervisione professionale, livello essenziale ad oggi non sempre garantito. Unitamente a ciò, l'eccessivo carico di lavoro che i Servizi sono tenuti a gestire quotidianamente, spesso non consente un rapido ed efficace coordinamento ed organizzazione tra tutti i soggetti Istituzionali coinvolti,  e questa è una criticità strutturale di cui si deve tenere presente al fine di salvaguardare operatori, minori e famiglie”.

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