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Cronaca

Perugia 1416, svelata l'opera per il Rione vincitore: questo non è un "drappo", è un "logo"

Chi conosce e ama le rievocazioni storiche sa quanto sia importante il drappo per un Palio o una Giostra. Di solito realizzato da grandi nomi, su tele di almeno di 150 centimetri, con chiari riferimenti storici, religiosi e territoriali. L'esatto opposto invece va l'opera (non chiamatelo drappo) di Perugia

Se siete amanti di un drappo tradizionale - il premio al Rione vincitore del Palio di Perugia -  allora non andate avanti nella lettura di questo articolo. Non c'è pittura, non ci sono sfumature rese possibili dalla fusioni di colori, non c'è il tratto del pittore, non c'è immagine sognata, trasognata o realistica. Non ci sono riferimenti ai santi o al grande combattente Frotebracci. Non c'è Perugia ma al massimo i colori dei cinque rioni. Se sperate almeno in qualcosa di rivoluzionario, destinato a fare rumore o ad urtare la massificata moralità, siete fuori strada.

Eh già perchè il Palio stampato e non disegnato ha una grafica essenziale, niente polemiche ma il solito simbolismo delle mani che si intrecciano dove non ci sono nemici, ma rivali, dove conta esserci e non vincere, dove non è importante rievocare la storia, ribadire le radici, ma interpretare qualcosa di pseudo storico in chiave moderna. Tra l'altro le mani stilizzate al centro del foglio bianco sono semplicemente un logo di un evento o di un prodotto. Il giudizio finale spetta ai lettori ma a chi scrive non è proprio piaciuto. Non è un drappo da Giostra Medievale. E una stampa grafica moderna... tutto qua. L'autore del Palio di Perugia è un algerino, Nacir Imache, 25 anni, iscritto al secondo anno del corso di Design dell'Accademia di Belle Arti “Pietro Vannucci” di Perugia.  A lui l'assegno di 500 euro per il bando e il voto unanime per la sua opera. E può vantare anche una importante collaborazione con uMbria Jazz.

“Prima ho pensato a fare una sintesi dell'evento, andando a fare anche un sopralluogo nei punti dove si svolge la manifestazione – ha spiegato Nacir Imache - poi ho fondato il progetto su tre elementi conseguenziali: l'incontro, la gara sportiva e infine l'unità. Ho simbolizzato queste azioni attraverso dei bastoni e alla fine ho creato la forma che unisce
tutte le azioni rappresentate dai singoli bastoni; da qui ho creato un segno grafico tipo stella, che simbolizza l'evento 1416. Ne risulta un logo che rappresenta allo stesso tempo un evento sportivo e il patrimonio artistico della città. Ho deciso di utilizzare Monk, un carattere deciso, contemporaneo, che funziona bene perché dietro ha la sua storia, è un carattere perugino, ma non solo”. L'opera grafica La Commissione, esaminate tre opere in concorso “ha valutato

La commissione selezionatrice ha apprezzato il concept generale, basato fondamentalmente sull’interazione grafico-concettuale delle idee di “incontro”, “gara” e “unità”, nonché l’efficacia della sintesi dei segni e dei colori capaci di dare vita a un’immagine al tempo stesso contemporanea e radicata nella storia, molto adatta per un palio come quello che si aggiudicherà il Rione vincitore dell’edizione 2017.

C'è da dire che la commissione si occupa di drappi da un paio di anni e forse cerca di premiare le opere grafiche per catturare quella parte di Perugia prevenuta nei confronti degli schemi classici, con riferimenti religiosi ed eroici della Giostra e poco amante della manifestazione storica, definita azione passatista.

Il Palio 2017 non può e non si deve definire "drappo" di una rievocazione storica, ma semplicemente il premio artistico che spetta al rione vincitore. Per ricordare a tutti che si vuole rievocare il Medioevo anche a Perugia si spera ci penseranno i cortei storici e le sfide sul campo.  

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