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Cronaca

PERSONAGGI STORICI Ma chi era il “Burchia”, perugino doc, ribelle e patriota del XX Giugno....

Ce lo racconta un documentatissimo libro di Rino Fruttini, ponderosa opera in due tomi, dal titolo “La saga del Burchia. Bartolomeo Fruttini: garibaldino, anarchico e imprenditore”

 Ma chi era il “Burchia”, perugino doc di cui si favoleggia? Ce lo racconta un documentatissimo libro di Rino Fruttini, ponderosa opera in due tomi, dal titolo “La saga del Burchia. Bartolomeo Fruttini: garibaldino, anarchico e imprenditore” (Albatros edizioni). Da precisare che il personaggio in parola è bisnonno dell’autore. Un interessante spaccato di storia perugina, raccontato attraverso la vicenda esemplare di un uomo dell’Ottocento, anarchico rivoluzionario e proletario libertario, che difese – appena diciassettenne – Perugia, in quel fatidico XX Giungo 1859. Si arruola, poi, nei Cacciatori del Tevere di Luigi Masi, è a fianco di Garibaldi nel tentativo di conquistare Roma, viene ferito a Monterotondo.

Ma il Burchia è anche bottegaio e affarista, mediatore di bestiame. Proprietario di case e terreni all’Elce, realizza la strada che porta dall’Elce a Monte Tezio. Tanto da essere censito, nel “ristretto delle anime” (relazione che i sacerdoti inviavano in Curia a livello statistico) come “possidente”. Malgrado tutto questo ben di Dio nelle sue mani, è dirigente del movimento anarchico, passando da una visione anarco-socialista a una prospettiva borghese liberal-capitalista. Aiuta le famiglie degli anarchici in galera e passa la mano al figlio Ferruccio che fonda la prima sezione socialista a Perugia. Con la prima guerra mondiale, Ferruccio fa moneta con le forniture alimentari all’esercito e gestisce il bar pasticceria ex Baduel, poi il Falci, in corso Vannucci.

Al termine dell’“inutile strage”, i figli di Ferruccio, Manlio (detto Rino) e Lamberto sostengono la rivoluzione fascista. Manlio viene decorato “per ferita” e Lamberto è medaglia d’oro nella guerra contro i rivoluzionari bolscevichi nella guerra di Spagna. La sorella Vera sposa Augusto Agostini, capo dei fascisti umbri insieme a Giuseppe Bastianini. Agostini, divenuto generale, organizza la Milizia Forestale sul territorio nazionale. Un’opera – questa del discendente Rino – che riesce a intersecare, con ricchezza di aneddoti e acribia di notizie, un libro di famiglia con la storia di Perugia e dell’Italia intera.

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