Perseguita una donna dopo la fine della relazione: sotto processo per stalking, violenza privata e danneggiamento
L'uomo era stato raggiunto da un divieto di avvicinamento alla ex, ma si presentava sotto casa per chiedere la restituzione di alcuni mobili e di un gatto
Un 34enne di Perugia, difeso dall’avvocato Melissa Cogliandro, è accusato di atti di persecuzione nei confronti della ex, di violenza privata e danneggiamento.
L’imputato “non accettando la fine della relazione” avrebbe inviato “messaggi scritti e vocali verso l’utenza” delle persona offesa e si sarebbe presentato presso la sua abitazione, molestando e minacciando la donna “in modo da cagionarle un perdurante e grave stato d’ansia e di paura”, costringendola a chiedere l’aiuto dell’ex marito per tutelare anche la figlia minorenne. La donna era costretta a trasferirsi e bloccare l’uomo “su tutti i social network”.
Secondo l’accusa l’uomo, “per una questione debitoria” avrebbe ingiuriato ripetutamente la donna con messaggi vocali e “con la scusa di riavere indietro i suoi effetti personali dopo la fine della relazione” e non accettando una risposta negativa alla sua richiesta di riprendere la frequentazione, l’avrebbe offesa e le avrebbe strappato di mano il cellulare.
In quell’occasione avrebbe insultato anche la figlia della donna, accorsa in suo aiuto.
Nel corso delle sere successive avrebbe mandato molti messaggi offensivi o minatori, tanto che la donna spegneva il cellulare per evitare di essere molestata ulteriormente.
In un’altra telefonata avrebbe reclamato la restituzione del televisore, del divano, di un mobiletto e del gatto e accusato la donna di avere una relazione e che “avrebbe pubblicato sui social” delle foto che la ritraevano in atteggiamenti sconvenienti.
Una sera, inoltre, si sarebbe presentato a casa, chiedendo la restituzione delle sue cose altrimenti avrebbe spaccato tutto. Cosa che avrebbe fatto, visto che è accusato di danneggiamento del pulsante del citofono.
In ultimo avrebbe minacciato di chiamare degli amici per distruggere tutto e che se lui fosse andato in “galera”, la donna e i parenti sarebbero finito “al cimitero”.
La donna si è costituita parte civile tramite l’avvocato Maurita Lombardi.