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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Perde il bambino dopo una lite condominiale, in tribunale vale 600 euro

Secondo la procura non c'è la prova che colleghi l'aborto con la caduta. Il giudice si è riservato sulla valutazione del risarcimento

Il condominio è un luogo pericoloso. Lo attestano i referti del Pronto soccorso, i mattinali di Questura e Carabinieri e i processi di ogni ordine e grado per le accuse di ingiurie, minacce, lesioni, danneggiamento.

L’ultimo caso, in ordine di apparizione in un’aula di giustizia, è di oggi. Davanti al giudice di pace sono comparsi un uomo, difeso dall’avvocato Massimo Rosini, in veste di imputato e una donna, assistita dall’avvocato Vittorio Lombardo, in qualità di parte offesa. L’accusa è di lesioni e minacce.

Secondo l’accusa in quel condominio sarebbero avvenuti tanti episodi negativi, di insulti, dispetti, minacce. Quel giorno, però, l’imputato avrebbe aggredito la donna, incinta, appena intravista nel piazzale.

Prima insulti e minacce: ti uccido e faccio fuori anche i tuoi figli. Dalle parole si sarebbe passati agli spintoni da parte dell’uomo nei confronti della donna. La quale sarebbe caduta su un fianco. Il compagno, vedendo l’aggressione dal balcone, sarebbe subito sceso e tolto dalle mani dell’uomo la donna. Portandola al Pronto soccorso perché dolorante. In ospedale la notizia dell’assenza di battito del feto e l’aborto conseguente.

La Procura perugina, dopo la denuncia, non ha ritenuto provata la perdita del bambino a seguito dell’aggressione, ma ha proceduto solo per le lesioni e le minacce, mandando il procedimento davanti al giudice di pace.

In udienza l’imputato ha offerto 600 euro come risarcimento per poter chiudere il processo. La parte civile si è fortemente opposto valutando non congrua l’offerta e la valutazione del danno subito. Il giudice si è riservato.

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