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Cronaca

Non dichiara casa e partita Iva, a giudizio per indebita percezione del reddito di cittadinanza

La difesa: "L'abitazione è in uso alla ex moglie, non si può conteggiare nei redditi"

Avrebbe percepito il reddito di cittadinanza grazie a false dichiarazioni, nascondendo allo Stato e all’Inps beni immobili e redditi familiari.

Per la Procura l’imputato avrebbe sottoscritto il falso “in quanto nella dichiarazione sostitutiva unica per il calcolo Isee indicava redditi dei componenti del nucleo familiare pari a 6.986 euro, un patrimonio mobiliare pari a 140 euro e un patrimonio immobiliare pari a 19.615 euro” omettendo di “indicare beni immobili diversi dalla casa di abitazione posseduti per un valore complessivo pari a 101.152 euro riconducibili alla propria sfera patrimoniale”.

L’uomo avrebbe anche omesso di comunicare all’Inps le variazioni di reddito o del patrimonio, anche se provenienti da attività irregolari, “nonché di altre informazioni dovute e rilevanti ai fini della revoca o riduzione del beneficio”. Perché oltre a non aver dichiarato i beni immobili familiari, non avrebbe presentato il modello specifico per la riduzione per i titolari di partita Iva.

L’imputato, difeso dall’avvocato Luigi Costa, avrebbe omesso di dichiarare di essere proprietario di alcuni immobili. Per la difesa non corrisponderebbe al vero in quanto sugli immobili grava un usufrutto in favore della ex moglie, concesso in sede di separazione. Secondo la legge, quindi, il valore degli stessi non potrebbe essere imputato ai fini delle dichiarazioni per la richiesta del reddito di cittadinanza.

Il giudice per l’udienza preliminare Natalia Giubilei ha rinviato a giudizio l'imputato.

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