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Cronaca

Calcoli errati nella pensione, l'Inps chiede indietro i soldi agli eredi. La Corte dei conti: "Non si può"

Secondo l'ente previdenziale nel 2011 avrebbe incassato degli importi non dovuti per il trattamento di reversibilità

L’Inps chiede agli eredi le somme indebitamente percepite da una pensionata che ne frattempo è deceduta. Gli eredi contestano le richieste e si rivolgono alla Corte dei conti.

L’Inps ha emesso due provvedimenti di ripetizione di indebito relativi alla pensione di reversibilità della pensionata defunta nel 2013. Per l’ente previdenziale la donna avrebbe incassato 820,31 e 1.310,02 euro per il periodo dal 1°gennaio 2011 al 4 ottobre 2011.

Gli eredi lamentano “l’estrema genericità e carenza di motivazione dei provvedimenti di recupero, privi di analitica giustificazione delle singole voci di addebito”, deducendo la “buona fede quale erede”, mentre la ripetibilità sarebbe correlata solo all’indebita percezione avvenuta con dolo.

Per i giudici contabili la prescrizione non è intervenuta, in quanto vanno conteggiate due notifiche che ne interrompono il decorrere, ma “l'affidamento in buona fede riposto dall’erede sulla legittima erogazione di entrambi i trattamenti di quiescenza effettuati dallo stesso Inps alla pensionata deceduta, unitamente al rilevante lasso di tempo trascorso dalla liquidazione al recupero” rendono “in carenza di prova del dolo dell’accipiens, fondato il ricorso con conseguente irripetibilità di 2.130,33 euro”.

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