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Cronaca

Pensioni d'oro: prende 150mila euro l'anno, ma va dal giudice contro i tagli del contributo di solidarietà

Tra le richieste anche la rivalutazione al 100% e non al 40%. La Corte dei conti: "Tutto regolare, provvedimento temporaneo"

Pensione falcidiata da contributi di solidarietà e mancati scatti di rivalutazione e il pensionato di rivolge alla Corte dei conti per ottenere il ristabilimento dell’assegno.

Il pensionato, con un assegno annuale di 150.469,53 euro ha lamentato “di aver subìto decurtazioni” sulla pensione, in base al provvedimento che istituisce il contributo di solidarietà, fino al 31 dicembre 2023. Non solo, l’uomo lamenta anche la rivalutazione del 40% in luogo del 100%, essendo la sua pensione superiore a nove volte il trattamento minimo Inps. Per questo ha chiesto al giudice di rideterminare il trattamento di quiescenza senza l’applicazione della decurtazione del “contributo di solidarietà”, senza blocco dei meccanismi perequativi e con la condanna dell’Inps alla restituzione delle somme indebitamente trattenute.

I giudici contabili hanno stabilito che sia il contributo di solidarietà sia la mancata rivalutazione sono provvedimenti limitati nel tempo e non al di fuori della legge, soprattutto quando riguardano trattamenti pensionistici di importo elevato. Da qui il rigetto del ricorso e le spese compensate.

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