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Cronaca

Pedinava e inseguiva le giovani vittime, bocca tappata e minacce di morte per derubare studentesse: giudizio immediato per l'aggressore

Giudizio immediato per M.M., il 39enne nato in Germania e qui a Perugia ospite della Caritas, finito in carcere dopo aver terrorizzato e pedinato due studentesse a Perugia con lo scopo di derubarle

Chiesto il giudizio immediato per M.M., il 39enne nato in Germania e qui a Perugia ospite della Caritas, finito in carcere dopo aver terrorizzato e pedinato due studentesse a Perugia con lo scopo di derubarle. Per lui l'accusa è di rapina aggravata e furto. Difeso dall'avvocato Luca Pietrocola, la prima udienza utile è stata fissata al 27 marzo di quest'anno dinanzi ai giudici del primo collegio del tribunale di Perugia. 

 Lunga è la scia di precedenti e di condanne – tra cui violenza sessuale, estorsione e reati contro il patrimonio – perpetrati dall’indagato nel corso degli anni, fino agli ultimi episodi nei confronti di almeno tre studentesse, di cui una rapinata sotto la propria abitazione.  A novembre, dopo aver pedinato una giovane studentessa polacca fino a casa e dopo averle tappato la bocca con una mano, l’avrebbe anche minacciata di morte ripetendole più volte “ti uccido”.  Poi spintonata e buttata a terra per rubarle 50 euro dal portafogli. Fatto analogo poco tempo dopo, nei confronti di un’altra giovane: anche in questo caso inseguita fino a impedirle di aprire il portone della propria abitazione e messo in fuga solo dalle grida disperate di lei.

E’ ancora un’altra studentessa straniera che frequenta la nostra Università ad aver riferito alle forze dell’ordine che lo stesso uomo, già riconosciuto dalle altre vittime, l'aveva seguita fino all'ingresso della propria abitazione a Perugia, raggiungerla alle spalle proprio mentre stava aprendo la porta di casa. Accortasi della presenza inquietante alle spalle, sarebbe corsa in strada. Anche qui l'uomo l'avrebbe seguita fino a raggiungerla e "prenderle la mano".

Ma c'è un altro dettaglio a rendere ancora più inquietante il comportamento del 39enne: secondo le indagini avrebbe pedinato anche un bambino di 11 anni, e non sarebbe la prima volta. Nel 2015 sarebbe stato riconosciuto da alcune madri di bambine di una scuola elementare mentre di nascosto scattava fotografie, in un'altra occasione avrebbe minacciato anche un'insegnante mentre tentava di entrare in un edificio scolastico. 

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