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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca

Il Patto per la sicurezza: controlli negli appartamenti, lotta alla droga e alla mafia

Il nuovo super-piano per la sicurezza firmato da Prefettura, Regione, Comune, Provincia e dal sottosegretario Bocci. Tutte le schede, i particolari e quali interventi da portare avanti

E' stato ribattezzato il super-piano per la sicurezza di Perugia e della sua provincia. Un testo - firmato questo mattina dal Governo e dalle istituzioni umbre in Prefettura - che contiene strategie multiple: da come riconoscere ed arginare le infiltrazioni mafiose sia negli appalti pubblici ma anche e soprattutto negli investimenti privati (nuove lottizzazioni, aziende sospette, urbanizzazioni pesanti...), al setaccio degli appartamenti a rischio che potrebbero ospitare clandestini e laboratori della droga dei clan. Fino ad arrivare ad un rafforzamento delle polizie locali, un maggiore collegamento di dati e di interventi tra le centrali operative, ma anche sostegno alle vittime della criminalità e riutilizzo per scopi sociali dei beni sequestrati alle centrali degli affari illegali. 

IL PREFETTO ANTONELLA DE MIRO'- "Abbiamo messo in piedi una nuova alleanza nell’interesse della salvaguardia del territorio strategie e azioni condivise volte ad elevare sotto molteplici aspetti la sicurezza, dalle aggressioni degli atti di inciviltà, dalla commissione degli odiosi reati di microcriminalità fino ad uno sguardo attento alla necessità di alzare barriere contro eventuali tentativi di infiltrazione mafiosa nell’economia legale”. 

IL SOTTOSEGRETARIO GIANPIERO BOCCI - “La firma di oggi – ha sottolineato il Sottosegretario Bocci – è il risultato di un metodo, il lavorare insieme per una nuova idea di sicurezza, più larga e partecipata, con nuovi attori e nuovi protagonisti che possono diventare valore aggiunto del sistema. Non è la fine di un percorso, perché i protocolli costituiscono una cornice entro la quale nelle prossime settimane andranno collocati contenuti e azioni concrete, ma allo stesso tempo è 
una tappa importante che si pone al compimento di un impegno paziente e intelligente, che tiene conto anche di esperienze maturate e conoscenze acquisite in altri contesti territoriali”. 

LA SCHEDA DEGLI INTERVENTI: PIANO ANTI-INFILTRAZIONI 
Il Protocollo mira ad innalzare strutturandolo il livello di cooperazione fra la Prefettura e il Comune di Perugia integrando le collaborazioni già esistenti con ulteriori azioni, finalizzate principalmente a prevenire e scoraggiare possibili infiltrazioni criminali nell’economia, con particolare riguardo ai settori degli appalti e contratti pubblici, del commercio, dell’urbanistica e dell’edilizia, anche privata.

In particolare, in materia di appalti e subcontratti il protocollo estende in via pattizia i controlli e le verifiche previsti dalla normativa antimafia anche al di sotto delle soglie di valore previste per la loro obbligatorietà. E’, inoltre, previsto che il Comune inserisca nei propri bandi e contratti un’apposita clausola che impone alle ditte contraenti di comprovare l’avvenuta iscrizione o richiesta di iscrizione nelle white lists delle Prefetture (gli elenchi di fornitori, prestatori di servizi ed esecutori di lavori non soggetti a tentativi di infiltrazione mafiosa) già all’atto della partecipazione alla gara o altro procedimento di scelta del contraente.

Recependo anche taluni orientamenti formulati dal Ministero dell’Interno, i controlli antimafia vengono, inoltre, estesi ad alcune tipologie di intervento urbanistico-edilizio non espressamente contemplate dalla normativa vigente (interventi infrastrutturali di urbanizzazione realizzati da privati anche “sotto soglia”, convenzioni di lottizzazione, interventi di edilizia privata superiori a 5000 mc, ovvero attinenti a attività produttive o in aree di insediamento industriale e artigianale).

Sono previste azioni per la tutela della legalità nelle attività economico-commerciali, anche attraverso attività di analisi e monitoraggio dei passaggi proprietari o di gestione volti ad intercettare eventuali fenomeni di riciclaggio, usura ed estorsione.Sono infine previste azioni di controllo finalizzate al contrasto dell’immigrazione irregolare e delle illegalità nel settore abitativo, con la pianificazione di mirate azioni di vigilanza finalizzate a prevenire situazioni di degrado abitativo.

PATTO PER PERUGIA SICURA

Il documento proroga per altri due anni la validità del Patto fra Prefettura, Regione Umbria, Provincia e Comune di Perugia sottoscritto una prima volta nel 2008 e successivamente oggetto di rinnovi e integrazioni nel 2011, 2012 e 2013. Nel confermare gli impegni assunti dagli enti sottoscrittori del Patto, l’atto di rinnovo tiene conto dei positivi risultati già ottenuti e delle già concluse progettualità ed attualizza le previsioni all’evoluzione delle esigenze di sicurezza della città, con una rinnovata attenzione al tema della vivibilità – oltre che del centro storico anche delle periferie e delle frazioni. 

Considera pertanto tra gli obiettivi dare corso ad azioni integrate in materia di sicurezza urbana su aree ritenute prioritarie per garantire sicurezza vivibilità e coesione sociale e individua quali interventi prioritari il contrasto delle attività illecite connesse allo spaccio ed al traffico di sostanze stupefacenti, dell’immigrazione clandestina, nonché la tutela della sicurezza urbana. Il Comune di Perugia si impegna a maggiori controlli anche sugli esercizi pubblici da parte della polizia municipale e a realizzare un potenziamento dei sistemi di video sorveglianza.

Il Patto prevede l’attività presso la Prefettura di un tavolo permanente interistituzionale di supporto al Prefetto per la definizione di progetti integrati in materia di sicurezza e polizia di prossimità, il loro monitoraggio, la condivisione delle conoscenze.La Provincia concorrerà con la polizia provinciale a servizi di controllo del territorio fin tanto che ciò si renderà possibile. Previsi interventi in favore delle vittime dei reati criminosi e – novità introdotta con il rinnovo odierno – anche interventi volti a favorire l’effettività dell’utilizzo  dei beni confiscati alla mafia.

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